(
Don Backy)
Che farei, senza la mia azzurra malattia
che farei, senza questa immensa fantasia
non potrei certo vedere le finestre
piangere di pioggia nella sera
e non potrei di certo mai sapere
di che colore è un’ora
e non potrei di certo immaginare
che l’aria che ti tocca non respira
e non potrei di certo mai vedere l’acqua, vivere felice insieme al fuoco
che farei, senza la mia azzurra malattia
senza un’infinita Fantasia
Io posso per un’ora
volare nell’eternità del cielo
e per ogni minuto di quell’ora
io vivo come in una eternità
io posso arrampicarmi sopra i rami
scaldare i pettirossi con le mani
pregare il Dio degli alberi
per far che io veda nascere un lillà
Con la mia, grande, immensa, azzurra malattia
per i campi vedo andar la mia tristezza
di neve e solitudine vestita
e posso far bagnare il corpo mia
come se fosse il mondo
L’Europa è la mia testa e pensa
l’America è il mio petto che respira
le braccia l’Asia e l’Africa
e le mie gambe l’Artico e l’Australia
che farei, senza la mia azzurra malattia
E posso dare al mondo anche il mio cuore, perchè possano scrivere su di esso
una parola: AMORE.