Gagiò Romano – Alessandro Sipolo Testo della canzone

Il Testo della canzone di:
Gagiò Romano – Alessandro Sipolo

{Intro}
Mi ricordo bene il viso che conobbe la prigione
E i capelli neri e rustici, il suo nome e anche il cognome
E ricordo quella fame che lo colse sulla via
Nel bel mezzo dei vent'anni: pane, amore ed utopia

{Verse 1}
E ricordo le parole gocciolate, rare e fiere
Sopra al tavolo di un bar sospeso in mezzo alle torbiere
Con la timidezza schiva che hanno i lupi di montagna
La sua spontaneità ribelle forte come la gramigna
E i ricordi rotolavano come pale di un mulino
Come rotolano i sogni di chi non sa viver chino
E quando la leva chiama per portarlo alla violenza
Una mano rom lo prende, la virtù non è obbedienza

{Chorus}
Cercami
Sulla strada che luccica ben lontano da qui
Ho tracce da far perdere
E la bocca che mastica la bellezza di un no
Gagiò romanò!
Gagiò romanò!

{Verse 2}
Gira gira la giostrina con i gagé belli dritti
Se li guardi bene in faccia li puoi leggere negli occhi
Gira gira la fortuna che accarezza le tue voglie
Lei che nega, lei che soffre, lei che dona, lei che toglie
E Gaeta è un sogno strano per chi parla di diritti
È una gabbia chiusa in faccia, è uno sbattere di tacchi
È una corsa che resiste tra gli schiaffi del dolore
È una schiena sempre dritta senza gloria, senza onore

{Chorus}
Cercami
Sulla strada che luccica ben lontano da qui
Ho tracce da far perdere
E la bocca che mastica la bellezza di un no
Gagiò romanò!
Gagiò romanò!

Cercami
Sulla strada che luccica ben lontano da qui
Ho tracce da far perdere
E la bocca che mastica la bellezza di un no
Gagiò romanò!
Gagiò romanò!

Gagiò romanò

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