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Testo Della Canzone
I sette gatti di Canzoni politiche
GP. Bigazzi, A. Bigazzi Periodo 1978
Alla miniera con il fiato in gola arrivò il rosso urlando come un matto: “Questa volta son presi alla tagliola i fascisti attraversano la vallata se facciam presto, tendiamo lâimboscataâ Lasciarono la sgrugna, la lanterna lasciarono il martello, la piccozza presero lâarme: una pistola un vecchio doppiettone da caccia, un novantuno del Carso, e i bastoni, e in tasca ad ognuno i sassi, i chiodi, la lama di un coltello che aveva tagliato fino allora il pane. Lo becchiamo il fascista, nero cane che ha massacrato Gino e Galliano, oggi Ú finito, lo teniamo in mano, gli buchiamo le mele e poi la pancia, oggi paga il suo conto con la mancia! Abbassarono le sbarre, si nascosero dintorno, dietro i muri e dentro i fossi: i neri camion stavano arrivando, andavano per portar la morte ai rossi di Arezzo e dâUmbria, ma le sbarre chiuse li fermarono fra mille imprecazioni. Sassi volarono subito, bastoni, qualche sparo, un poâ dâacqua: i battaglioni neri dâun colpo eran già fuggiti, girato il culo, sparacchiando al vento eran bellâe a Firenze impauriti! Alla miniera con il fiato in gola arrivò il rosso urlando come un matto: “Questa volta son presi alla tagliola i fascisti attraversan la vallata se facciam presto, tendiamo lâimboscataâ I compagni saltavano, ballavano, rosse bandiere alzavano dappertutto e barricate fatte di poltrone del nonno, quattro sedie, un mettitutto lâarmadio della zia, un lavandino inglese, una carretta, la libreria del dottore che conosceva solo La Nazione, DâAnnunzio e lâAve Maria. Aspettarono tesi come corde lâarme in mano, la bandiera al vento che tornasse di nuovo la canaglia in duecento, trecento, quattrocento per la vile, crudele rappresaglia. Nulla successe: i figli avevan fame, le mogli prepararono la cena. Sâandò a letto, soltanto la mattina giunsero i neri in tanti e tanta pena sparsero per la valle. E tanto male e tanto fuoco e tante botte tante⊠Alla sera mangiando stufatino i fascisti ridevan come matti, non câera per la strada che un postino quattro carabinieri e sette gatti. Alla miniera con il fiato in gola arrivò il rosso piangendo come un matto: “Questa volta siam presi noi alla tagliola i fascisti hanno occupato la vallata se facciam presto, evitiamo â forse – lâimboscataâ
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