Il Testo della canzone di:
Il Processo. Preludio – Miike Takeshi
{Strofa 1}
Mi fanno domande, ma che non hanno risposte
Seduta stante calme facce nascoste
Mostre dell’assurdo tra un giostraio e un demiurgo
Assurgo a stati che rendono maschere indisposte
Indisponente l’interlocutore interloquisce
Tra due bisce ed un serpente, ma non capisce
Nemmeno lui le sue parole che pronuncia con fervore
Tra la folla che con calore annuisce
Ma l’audio è muto, un lieve sibilo perviene
È un brivido che pervade il corpo caduco
Astuto lui, ne ironizza la platea si sollazza
Avvezza alla razza dell’uomo arguto
Arguire non mi pare ne abbia l’intenzione
Intenzionalmente divaga distogliere l’attenzione
È l’obiettivo, obietto vivo ma non c’è parola che esca
Solo saliva che casca, colluttazione lesta
{Strofa 2}
Tenzone tra me e l’uomo invisibile
Quel tipo che parla mi pare piuttosto risibile
Mima, abile continua, ora l’audio è udibile
Lima loquela ma suono e labiale non collima
La voce interiore deduce verace finzione
La face si riduce e produce deflagrazione
Divisione di anime dalla massa corporea che collassa
E forma una cassa marmorea
Da cui esce un monco di gambe e braccia
Esangue, ma sembra che se ne compiaccia
Ha una bisaccia lercia, dentro un tronco di quercia
Intagliato in una faccia che risponde a tutte le domande
Mi chiedo se sia reale, dov’è il mio processo?
Ma ogni recesso lo coglie come fosse abituale
La ragione in preda al torpore in una regione latente
Che lo rende apparentemente distale
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