Italia bella, mostrati gentile – Canzoni Fiorentine

Testo Della Canzone

Italia bella, mostrati gentile – Canzoni Fiorentine

Canzoni della Toscana 1896
Caterina Bueno

Italia bella, mostrati gentile
e i figli tuoi non li abbandonare,
sennò ne vanno tutti ni’ Brasile
e ‘un si rìcordon più di ritornare.

Ancor quà ci sarebbe da lavorà,
senza stare in America a emigrà.

Il secolo presente qui ci lascia,
i’ millenovecento s’avvicina.
La fame c’han dipinto sulla faccia
e pe’ guarilla ‘un c’è la medicina.

Ogni po’ noi si sente dire: “E vo
là dov’è la raccolta del caffè”.
Ogni po’ noi si sente dire: “E vo
là dov’è la raccolta del caffè”.

L’operaio non lavora
e la fame lo divora,
e quì ‘i braccianti
‘un san come si fare a andare avanti.

Spererem ni’ novecento,
finirà questo tormento,
ma questo è il guaio,
il peggio tocca sempre all’operaio.

Ogni po’ noi si sente dire: “E vo
là dov’è la raccolta del caffè”.
Ogni po’ noi si sente dire: “E vo
là dov’è la raccolta del caffè”.

Nun ci rimane più che preti e frati,
monìcche di convento e cappuccini,
e certi commercianti disperati
di tasse non conoscano confini.

Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov’è la raccolta del caffè.
Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov’è la raccolta del caffè.

Ragazze che cercavano marito
vedan partire il loro fidanzato.
Vedan partire il loro fidanzato
e loro restan qui co’i sor curato.

Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov’è la raccolta del caffè.

Le case restan tutte spigionate,
l’affittuari perdano l’affitto,
e i topi fanno lunghe passeggiate,
vivan tranquilli con tutti i diritti.

Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov’è la raccolta del caffè.
Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov’è la raccolta del caffè.

 
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Accordi

     
La                        Mi7
Italia bella, mostrati gentile

e i figli tuoi non li abbandonare,

sennò ne vanno tutti ni' Brasile
e 'un si ricordan più di ritornare.

Ancor qua ci sarebbe da lavorà
senza stà in America a emigrà.

Il secolo presente qui ci lascia,
il millenovecento s'avvicina;
la fame ci han dipinto sulla faccia
e per guarilla 'un c'è la medicina.
Ogni po' noi si sente dire: «E vo
Là dov'è la raccolta del caffè».

Nun ci rimane più che preti e frati,
moniche di convento e cappuccini,
e certi commercianti disperati
di tasse non conoscono i confini.

Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.

Ragazze che cercavano marito
vedan partire il loro fidanzato,
vedan partire il loro fidanzato
e loro restan qui co' i' sor curato.

Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.

Le case restan tutte spigionate,
l'affittuari perdano l'affitto,
e i topi fanno lunghe passeggiate,
vivan tranquilli con tutti i diritti.

Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.

L'operaio non lavora
e la fame lo divora
e qui' braccianti
'un san come si fare a andare avanti.
Spererem ni' novecento,
finirà questo tormento,
ma questo è il guaio:
il peggio tocca sempre all'operaio.

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