Album
È contenuto nei seguenti album:
2008 Effedia sulla mia cattiva strada
Testo Della Canzone
La domenica delle salme di Fabrizio De Andrè
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Tentò la fuga in tram
verso le sei del mattino dalla bottiglia di orzata dove galleggia Milano non fu difficile seguirlo il poeta della Vaggina la sua anima accesa mandava luce… di lampadina gli incendiarono il letto sulla strada di Trento riuscì a salvarsi dalla sua barba un pettirosso da… combattimento I polacchi non morirono subito e inginocchiati agli ultimi semafori rifacevano il trucco alle troie di regime lanciate verso il mare i trafficanti di saponette mettevano pancia verso est. Chi si convertiva nel novanta ne era dispensato nel novantuno la scimmia del quarto Reich ballava la polka sopra il muro e mentre si arrampicava le abbiamo visto tutti il culo la piramide di Cheope volle essere ricostruita in quel giorno di festa masso per masso schiavo per schiavo comunista per comunista La domenica delle salme non si udirono fucilate il gas esilarante presidiava le strade la domenica delle salme si portò via tutti i pensieri e le regine del “tua culpa” affollarono i parrucchieri Nell’assolata galera patria il secondo secondino disse a “Baffi di Sego” “Si può fare domani sul far del mattino” e furono inviati messi fanti cavalli cani ed un somaro ad annunciare l’amputazione della gamba di Renato Curcio il carbonaro il ministro dei temporali in un tripudio di tromboni auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni “Voglio vivere in una città dove all’ora dell’aperitivo non ci siano spargimenti di sangue o di detersivo”. A tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade eravamo gli ultimi cittadini liberi di questa famosa città civile perché avevamo un cannone nel cortile un cannone nel cortile La domenica delle salme nessuno si fece male tutti a seguire il feretro del defunto ideale La domenica delle salme si sentiva cantare “Quant’è bella giovinezza non vogliamo più invecchiare” Gli ultimi viandanti si ritirarono nelle catacombe accesero la televisione e ci guardarono cantare per una mezz’oretta poi ci mandarono a cagare. “Voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio coi pianoforti a tracolla vestiti da Pinocchio voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti per l’Amazzonia e per la pecunia nei palastilisti e dai padri Maristi voi avevate voci potenti lingue allenate a battere il tamburo voi avevate voci potenti adatte per il vaffanculo, adatte per il vaffanculo” La domenica delle salme gli addetti alla nostalgia accompagnarono tra i flauti il cadavere di Utopia la domenica delle salme fu una domenica come tante il giorno dopo c’erano i segni di una pace terrificante… mentre il cuore d’Italia da Palermo ad Aosta si gonfiava in un coro di vibrante protesta.
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Accordi
Dm Dm7
Tentò la fuga in tram verso le sei del mattino
Bb Dm7
dalla bottiglia di orzata dove galleggia Milano
Dm Dm7
non fu difficile seguirlo il poeta della Baggina
Bb
la sua anima accesa mandava luce di lampadina
Dm Dm7
gli incendiarono il letto sulla strada di Trento
Bb Dm7 Dm Dm7 Bb
riuscì a salvarsi dalla sua barba un pettirosso da combattimento
Dm Dm7
I polacchi non morirono subito e inginocchiati agli ultimi semafori
Bb Dm7 Dm
rifacevano il trucco alle troie di regime lanciate verso il mare
Dm7 Bb
i trafficanti di saponette mettevano pancia verso est
Dm7 Dm
chi si convertiva nel novanta non era dispensato nel novantuno
Dm7 Bb
la scimmia del quarto reich ballava la polka sopra il muro
Dm7 Dm
e mentre si arrampicava le abbiamo visto tutti il culo
Dm7 Bb
la piramide di Cheope volle essere ricostruita in quel giorno di festa
Dm7 Dm
masso per masso schiavo per schiavo comunista per comunista.
F C7
La domenica delle salme non si udirono fucilate
Dm A7
il gas esilarante presidiava le strade
F C7
La domenica delle salme si portò via tutti i pensieri
Dm A7
e le regine del tua culpa affollarono i parrucchieri
Dm Dm7 Bb Dm7 Dm Dm7 Bb
Dm Dm7
Nell'assolata galera patria il secondo secondino
Bb
disse a Baffi di Sego che era il primo
Dm6 Dm
si può fare domani sul far del mattino
Dm7 Bb Dm7
e furono inviati messi fanti cavalli cani ed un somaro
Dm Dm7 Bb
ad annunciare l'amputazione della gamba di Renato Curcio il carbonaro
Dm Dm7
Il ministro dei temporali in un tripudio di tromboni
Bb Dm7
auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni
Dm Dm7
voglio vivere in una città dove all'ora dell'aperitivo
Bb
non ci sono spargimenti di sangue o di detersivo
Dm
a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
Dm7 Bb Dm7
eravamo gli ultimi cittadini liberi di questa famosa città civile
Dm F Dm7 Bb
perché avevamo un cannone nel cortile un cannone nel cortile.
F C7
La domenica delle salme nessuno si fece male
Dm A7
tutti a seguire il feretro del defunto ideale
F C7
La domenica delle salme si sentiva cantare
Dm A7
quant'è bella giovinezza non vogliamo più invecchiare
Dm Dm7
Gli ultimi viandanti si ritirarono nelle catacombe
Bb
accesero la televisione e ci guardarono cantare
Dm7 Dm Dm7 Bb
per una mezz'oretta poi ci mandarono a cagare
Dm
voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
Dm7
coi pianoforti a tracolla vestiti da Pinocchio
Bb Dm7
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
Dm Dm7 Bb7+
per l'Amazzonia e per la pecunia nei palastilisti e dai padri Maristi
Dm7 Dm Dm7
voi avevate voci potenti lingue allenate a battere il tamburo
Bb Dm7 Dm
voi avevate voci potenti adatte per il vaffanculo
C F C7
La domenica delle salme gli addetti alla nostalgia
Dm A7
accompagnarono tra i flauti il cadavere di Utopia
F C7
La domenica delle salme fu una domenica come tante
Dm A7
il giorno dopo c'erano i segni di una pace terrificante
Dm Dm7 Bb Dm7 Dm Dm7 Bb
Dm7 Dm Dm7
Mentre il cuore d'Italia da Palermo ad Aosta
Bb
si gonfiava in un coro di vibrante protesta
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