WikiTesti è un progetto gratuito, tutti possono collaborare inserendo testi, spartiti e video. Perché non collabori con noi?
Testo Della Canzone
Lamento del contadino – Canzoni Fiorentine
Canzoni della Toscana Vi prego tutti, o cittadini Colla zappa e lo zappone Si va colla speranza della raccolta, Quando la faccenda è fatta I’ primo frate che vien sull’aia Poi c’è i’ cappuccino con quella barba Po’ c’è la monica colla sacchetta Po’ c’è i’ sensale colla bugia, Poi c’è i’ dottore, i’ veterinario, Mangiare e bere a’ mietitori, Lasciamo stà queste partite, Poi vien i’ tempo della vendemmia Po’ si prende un po’ di vinaccia, Poi c’è la massaia che viene in piazza Po’ c’è le ragazze fresche e belle: Così success’a’ mie’ finali |
[nextpage title=”Accordi per chitarra”]
Accordi
Do Vi prego tutti, o cittadini di ascoltare o po'eri contadini, Sol7 che dopo tanto che si lavora Do e mai di pace non abbiamo un'ora. Colla zappa e lo zappone e lo zaino i 'ssu groppone giovani e vecchi, tutti armati, noi sembriamo tanti soldati. Si va colla speranza della raccolta, si spera sempre sarà di morta, poi vene la ruggine e la brinata: ecco la vita bell'e disperata. Quando la faccenda è fatta qui' po' di grano s'arraccatta e po' viene la battitura e tutti còrgano co' gran premura. I' primo frate che vien sull'aia saluta i' cappoccia e po' la massaia e a sedere si mette a i' fresco lo vole i' grano pe' San Francesco. Poi c'è i' cappuccino con quella barba che gli ci viene dopo l'alba: padre Dionigi e San Gregorio accattate l'anime del Purgatorio. Po' c'è la monica colla sacchetta lo vole i' gran per Santa 'Lisabetta, per mantenere l'uso e 'l sistema e a 'i contadino la raccolta scema. Po' c'è i' sensale colla bugia, lui più di tutti ne porta via e colla scusa di vedé la stalla lo vuole il fieno per la cavalla. Poi c'è i' dottore, i' veterinario, il fabbro, il sarto e i' carzolaio, la levatrice con i' becchino, e tutti addosso al po'ero contadino. Mangiare e bere a' mietitori, e po' pagarli saran dolori; e gli ci corre giù alla lesta, al contadino cosa gli ci resta? Lasciamo stà queste partite, ma ce n'è d'artre più squisite e di tutte questa è peggiore: la mezza parte la vol i' padrone. Poi vien i' tempo della vendemmia e allora sì che si bestemmia: e gli si mette dentro la botte e gli si vende e bona notte. Po' si prende un po' di vinaccia, so fa una botte con acquettaccia e lì di beve tutto l'inverno, si soffre pene dell'inferno. Poi c'è la massaia che viene in piazza con que' be' polli di prima razza; per rivestire i lor bambini a casa porta de' savattini. Po' c'è le ragazze fresche e belle: pe' fassi il letto e le gonnelle e dietro l'uscio depongan l'uova, e chi le schiaccia e poi nessun le cova. Così success'a' mie' finali e si sta peggio de' maiali, e si lavora quant'e vvoi e i maltrattati siamo sempre noi. |
Il testo contenuto in questa pagina è di proprietà dell’autore.
WikiTesti è un’enciclopedia musicale con lo scopo di far conoscere a quante più persone possibile il panorama musicale.