Nella fotografia

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Testo Della Canzone

Nella fotografia di Collettivo del Contropotere

Nella fotografia grande quanto una parete
in una sala della mostra c’era anche lui
ritratto tra i vecchi compagni di lotta
col berretto a visiera e giubbotto in pelle
erano lontani i tempi della galera
quando quelli del vecchio regime
l’avevano rinchiuso per tre anni in una cella
due metri per due, carcere duro
adesso era capo tra i capi
ma la lotta non era finita
occorreva combattere ancora
per la vittoria completa
riorganizzare le file
individuare i nemici nell’ombra
cacciare i traditori dell’idea
tenere comizi infiammare le masse difendere la vittoria
lottare lottare lottare
via i traditori via i dissidenti via gli incerti
via i falsi consiglieri
lottare lottare lottare
il tempo correva il tempo correva il tempo correva
e venne un giorno, viene sempre un giorno,
in cui volle fare di più, volle superare sé stesso
e disse che era necessario
perché l’idea trionfasse definitivamente
rispettare l’idea di tutti i proletari,
di tutti i lavoratori
aprire una discussione viva
anche con gli operai dissidenti
disse libertà di pensiero
disse libertà di stampa
e arrivò persino a citare Enrico Malatesta
No ragazzi, l’idea è l’idea, la libertà non c’entra
fiumi di parole, analisi dottrinarie, inquisizioni
Rinnegato gli dissero reazionario traditore vigliacco
lui vacillò, credette di essere impazzito
credette di essere stato posseduto dal demonio
abbassò il capo e disse:
Mi pento, mi pento del mio peccato
Bene ragazzo canta tre volte l’inno dell’idea
e sarai assolto
e lui cantò tre volte e venne assolto
ma in effetti il demonio doveva possederlo
perché non passò molto tempo che peccò di nuovo
parlò l’incauto di crisi economica
dovuta alla mancanza di libertà politica
parlò di dominio autocratico
auspicò, pazzo, un sistema di autogoverno popolare
in cui comandassero veramente le masse
e scomparissero definitivamente i capi
e bravo continua a fare il ciarlatano
magniloquendo stupidamente
libertà libertà libertà
scrivi povero idiota, scrivi, fai l’eroe
accusa i tuoi compagni di lotta
dicendo che loro e non tu
sono i veri traditori dell’idea
e che con loro è nata una nuova classe
la classe del potere senza limiti
più forte di ogni altra che l’aveva preceduta
la classe dei tecnici, dei burocrati
la classe dei funzionari di partito
creatori del nuovo stato
povero idiota scrivi giocando a fare l’indovino
inventando folli previsioni
vaticinando lotte di popolo contro i nuovi oppressori
come uno squilibrato
tre anni di carcere, e poi altri sei
ancora in quella stessa cella
la stessa dove ti avevano gettato le carogne
del vecchio regime borghese
sempre quella, sempre la stessa
due metri per due, carcere duro
due metri per due, carcere duro
due metri per due, carcere duro.

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