Pinto il greco

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Testo Della Canzone

Pinto il greco di Giorgio Gaber

di GaberLuporini
MONOLOGO

(Interno – notte – L’attore passeggia nervosamente fumando una sigaretta – si siede su una poltrona) Che cosa vorranno da lui? E poi c’è un commissario, mi sembra di aver capito. Un commissario qui… la notte di carnevale. Che sarà successo? Un minuto fa eravamo di là tutti allegri. Ho visto qualcosa di strano, a un certo momento… il caposala che bisbigliava… Poi hanno chiamato Pinto. Mi hanno lasciato qui nell’atrio, ed è già dieci minuti che son chiusi là dentro. Chissà che succede?
Pinto, il greco… che tipo! Era lì stasera al bar, dalla signora Maria… silenzioso, dimesso, strano. “Tanto si sa, cascano tutti qui!” mi son detto. Simpatico, però… così alto, magro, allampanato. Non l’avevo mai conosciuto un greco.
“Qui in Italia ce l’avete troppo alto, il cielo.” Mi fa serio. Vallo a capire. Mi incuriosisce, però. “Noi ce l’abbiamo molto più vicino”, insiste, “proprio sopra la testa”. Deve essere vero. È una cosa che ho sentito dire… la sensazione del cielo basso. “Colpa del vostro Dio…” fa lui, “che è astratto, lontano”. Certo, loro ci hanno gli dèi… che son subito lì. Non si fidano i greci di un dio che non si fa mai vedere. Gli domando se ci sono ancora gli dèi in Grecia. All’inizio è pensoso. Poi dice: “Forse, ma è difficile riconoscerli. Potrebbero regalarti un fiore, o rubare nei supermercati”. E qui si illumina. Fa uno strano sorriso… bello, infantile, dolce. Una specie di ironia, ma timida. Ma che vorranno questi del Circolo della Stampa da Pinto? E poi la polizia… che c’entra la polizia? Niente, sarà una stupidata, uno sbaglio. Mi è sembrato di aver sentito ridacchiare. Oddio, non gli passerà mica una mano sugli occhi, al commissario… come ha fatto con me dalla signora Maria. Che figura. Mi fa: “(gesto da ipnotizzatore) Chi ha scoperto l’America?” E io: “Cristoforo Colombo”. E tutti a ridere. “Chi ha scoperto l’America?” E io di nuovo: “Cristoforo Colombo!” Altra risata generale. “Ma perché ridete? Che c’è da ridere?” “Hai detto ‘mio nonno’!” mi fanno. “Ma come ‘mio nonno’?!… Ho detto ‘Cristoforo Colombo’, sono sicuro.” Niente. Ridevano come matti. Dopo l’ha fatto a un altro… il professor Ferroni. Stesso gesto. “Chi ha scoperto l’America?” E il professore… deciso, serio, cogli occhiali: “La signora Maria.” (gesto) “Chi ha scoperto l’America?” “Cristoforo Colombo”. (gesto) “Chi ha scoperto l’America?” “La signora Maria!”. Da morir dal ridere! Irresistibile. Un professore di storia trasformato in un ebete. E Pinto il greco, serissimo… sì, il fascino, l’ipnosi… Che simpatico. Sono stato io a insistere… a portarlo qui al Circolo. Lui non ci voleva neanche venire.
Ecco, si apre la porta. Forse il commissario… No, esce il caposala. Dal di dentro sento una signora che urla… una voce acuta, isterica. Strilla come una gallina. Mamma mia, che sta succedendo? Il caposala è un po’ vago. Ci dev’essere stato un furto, dicono. Un anello con brillante… pare sia sparito… sì, dalla stanza da bagno. Ma che c’entriamo noi? Gli altri sono ancora tutti di là che ballano. Vuoi vedere che sono così deficienti che è per i giochini… E già, uno che tira fuori sette o otto fazzolettini dal dito pollice è chiaro che ruba… Imbecilli! Si divertivano però le signore, prima! “E bravo il nostro greco…”, dicevano, “faccene un altro, faccene un altro!” Gli piacevano, i giochini.
Senti come strilla ora, la gallina. Certo, è lui. È un mago… scema! E poi non è solo un mago. È anche greco… scema! Certo, basta che uno sembri un po’ diverso, eh… Meno male che gli ho dato una giacca prima di portarlo qui… se no era già in galera, vero commissario? Ue’!… si apre la porta. Vogliono parlare con me. Entro. Il commissario è dietro la scrivania. C’è un po’ di gente. Il direttore del Circolo mi saluta. Pinto è seduto in un angolo. La signora è su tutte le furie. Il marito, una specie di playboy della Versilia, non riesce a calmarla. Lei è in piedi che continua a sbraitare. Tremenda, insopportabile, la gallina. Non la smette più. Ha le convulsioni, gli occhi di fuori, la bocca in giù, un naso che non è un naso… un becco. “Guardi, guardi, l’avevo qui, l’avevo qui. Sono andata in bagno, l’ho tolto un attimo, solo un attimo”. E già, perché uno che va in bagno mica si toglie le mutande… No, l’anello!… Scema!
Si quieta finalmente la gallina. Il commissario è meno stupido, ma coi baffi. “Vede…” mi fa, “la cosa è piuttosto grave. È un anello di grande valore. Qualcuno pensa che il suo amico sia passato un attimo in bagno… insomma, lei mi capisce… abbiamo dovuto perquisirlo. E devo dire che per ora, a parte un dito finto, qualche fazzolettino, strani elastici, e altri oggetti incomprensibili… per ora, le dicevo, nessuna traccia dell’anello”.
Silenzio. Do un’occhiata in giro. Il direttore mi guarda come per scusarsi. Il playboy della Versilia non sa che fare. Non ha ancora trovato la sua parte in questa storia. Il commissario scruta ancora Pinto. Anche la gallina, sempre più impettita, non gli toglie gli occhi di dosso. Ma come? Se non gli hanno trovato niente?! …
A questo punto mi sentono: “Dunque… A parte il fatto che il mio amico Pinto è stato con me tutta la sera e non si è mosso dal tavolo… io voglio sapere perché, con tutta la gente che c’è qui stasera… e ce n’è di tutti i tipi… vero direttore?… vi è venuto in mente che il ladro era lui. Che bravi! Perché non avete perquisito anche gli altri? Ve lo dico io perché. Perché in questo nostro stronzissimo Paese democratico o pseudo tale, il diverso è subito preso di mira. Se poi è greco e non è Onassis… allora è un ladro. Razzisti, ecco cosa siete, razzisti. Ma perché non fate come in Germania… che ci sono i cessi a parte per gli spagnoli e i greci… e anche per gli italiani. Le fa piacere a lei, commissario, averci un bel cesso personale… a Monaco?!…Mi sembra di essere andato bene. Il razzismo non piace più neanche ai commissari. “Non si arrabbi, non si arrabbi…” mi fa, “ci basta la sua testimonianza. Lei è sicuro che il signor Pingitore Lambrakis non ha avuto la possibilità materiale di impossessarsi del prezioso? E io: “Certo che sono sicuro. Non si è mosso dal mio tavolo.”
Oddio, non è vero. Ma sì, si è alzato. Mamma mia, mi ha detto che andava al bar, adesso me lo ricordo.
“È proprio sicuro?” incalza il commissario. Maledizione, il baffo non è convinto. Ha ragione… Si è alzato, si è alzato, il grecaccio… Sì, ma non vuol dire… E poi chi se ne frega della vecchia gallina.
“Ebbene sì. Sono sicurissimo.”
“E allora mi dica un po’ lei… ” fa il commissario, “chi l’ha rubato l’anello?”
E io al volo: “Cristoforo Colombo! Andiamo Pinto!…”
In macchina c’è un po’ di tensione. Ce ne stiamo in silenzio evitando anche gli sguardi. Gli dico solo: “Dove ti porto?” “Per me è lo stesso” fa lui. Mi dirigo verso casa mia. Ma guarda che scemo che sono io… Mi tiro dietro uno che non so neanche chi è… così, perché ride bene. Non bisognerebbe mai fidarsi delle amicizie basate sulla simpatia. Già, ma su cosa ti vuoi basare? È l’unico modo. Però mi ha incastrato, il mago. Sono suo complice. E poi, si sa, i greci rubano… Ma perché ho mentito? Perché l’ho difeso? È un ladro.
“Siamo arrivati. Dovresti ridarmi la giacca.”
“No, scusami…” fa lui, “vorrei parlarti un attimo. Fammi salire.”
Oddio, che faccio? Questo mi svaligia la casa. Figuriamoci, mi addormenta… e via tutto. “Va be’… ” gli faccio, “andiamo, va!..”
“Il brillante l’ho preso io…” mi dice appena seduto sul divano, volevo solo che tu lo sapessi”. Mi parla adagio, cogli occhi bassi… sì, delle sue difficoltà… anche di un fratello più giovane… disintossicazione, clinica, soldi… insomma, un ragazzo di sedici anni… Deve aiutarlo per forza… almeno, così si sente lui. Non ci hanno più i genitori. Una storia tremenda. Sarà vera? Ma che me ne importa poi della verità! Me l’ha detto bene… sì, voglio dire in un modo molto semplice, pulito… E poi che ragione aveva di confessarmi dell’anello? Ormai era tutto finito. Probabilmente a lui piace ingannare le galline e i commissari… ma non gli amici.
Strano, si è addormentato. Ma un attimo prima gli ho rivisto quel sorriso, dolce, un po’ ironico… sì, quello del bar. Mi alzo per vedere meglio i suoi lineamenti, sotto la luce dell’abat-jour. Dorme come tutti gli altri. Sì, ha un’aria molto normale. Eppure non sarebbe stupido se ci fosse qualcosa… sì, un segnetto sul viso… qualcosa per distinguere i buoni dai cattivi, gli amici dai nemici, i ladri dagli dèi.

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