Plui fuarz di prime

Testo Della Canzone

Plui fuarz di prime di Canzoni politiche

Il mortaio, il canon, la mitràe cence soste ‘a crivèlin la monte.
‘A vierz l’albe la dure batàe
che bruntule fin dopo il tramont.
Par sîs dîs il nemî 1’à tentàt
di distrugi la “Osof ” e i siei fis, par sîs dîs.
a plotons 1’à butàt mercenaris di duc’ i pals.

E 1″‘Osof” contratache, no mole;
ur fàs camions di muars e ferîz…
Ma un brut vìnars sul gnot a sgragnole l’ultim plomp.
I osovans son sfinîz!
Mont di Rosse, calvari e fuartece…
Tante fan, tante sium e tant fret!
L’è dicembar, si sta sot ‘ne pece o sul glac’ ma par chel no si cét.

O sin fîs di un sanc fuart e famos;
e tai secui sin stàz simpri i prins a difendi la Patrie e la Cros.
Far i barbars dai nestris confins.
Far i barbars e cheàtris bastarz che pai crez nus cirivin
cui cians par brusànus o fànus a quarz sol parcè che olìn jessi talians!
Cidinùz e discolz sot lis stelis,

ben armàz vègnin jù i batalions. Pàssin crestis spizotis e sielis,
Vaghe grande, roiùz e burons.
L’è il Signor che nus Jude e nus ame, e nus guide sigars a bon puart.
Une v6s armoniose nus clame: jè l’Italie che dame dal Fuartt27

Dai “Osof ” che la pas a è vizzine,
forsi forsi ance ai prins di chest an! Sin guidàz da justizie divine,
sin judàz del gran popul furlan!
(I1 mortaio, il cannone, la mitraglia
senza tregua trivellano il monte.
Apre l’alba la dura battaglia.
Che brontola fin dopo il tramonto.
Per sei giorni il nemico ha tentato
di distruggere l'”Osoppo” e i suoi figli,
per sei giorni ha buttato a plotoni
mercenari di tutti i paesi.
E l'”Osoppo” contrattacca, non molla;
riempie camion di morti e feriti…
Ma un brutto venerdì sull’annottare spara
l’ultimo piombo. Gli osovani sono sfiniti!
Monte Rossa, calvario e fortezza…
Tanta fame, tanto sonno e tanto freddo!
E dicembre, si sta sotto un abete
o sul ghiaccio, ma per questo non si cede.
Siamo figli di un sangue forte e famoso;
e così sicuri siamo stati sempre i primi
a difendere la Patria e la Croce.
Fuori i barbari dai nostri confini.
Fuori i barbari e gli altri bastardi
che per le creste ci cercano coi cani
per bruciarci e squartarci
solo perché diciamo di essere italiani.
Poco vestiti e scalzi sotto le stelle,
bene armati vengono giù i battaglioni.
Passano creste, montagne e balze
fiumi in piena, torrenti e burroni.
E il Signore che ci aiuta e ci ama,
e ci guida sicuri a buon porto.
E una voce armoniosa ci chiama:
è l’Italia che chiama dal Forte!
Forza “Osoppo” che la pace è vicina,
forse, forse anche ai primi di quest’anno!
Siam guidati da giustizia divina,
siamo aiutati dal gran popolo friulano!)

Il testo contenuto in questa pagina è di proprietà dell’autore. WikiTesti è un’enciclopedia musicale con lo scopo di far conoscere a quante più persone possibile il panorama musicale.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *