Quella notte davanti alla Bussola

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Testo Della Canzone

Quella notte davanti alla Bussola di Canzoniere Pisano

Quella notte davanti alla Bussola,
nel freddo di San Silvestro.
Quella notte di Capodanno
non la scorderemo mai.
Arrivavano i signori,
sulle macchine lucenti
e guardavan con disprezzo
gli operai e gli studenti.
Le signore con l’abito lungo,
con le spalle impellicciate,
i potenti col fiocchino,
con le facce inamidate.

Eran gli stessi signori
che ci sfruttano tutto l’anno,
quelli che ci fan crepare
nelle fabbriche qui attorno.
Son venuti per brindare,
dopo un anno di sfruttamento,
a brindare per l’anno nuovo,
che gli vada ancora meglio.
Non resistono i compagni,
che li han riconosciuti,
ed arrivan pomodori
ed arrivano gli sputi.

Per difendere gli sfruttatori,
una tromba ha squillato,
mentre già i carabinieri
hanno corso ed han picchiato;
come son belli i carabinieri,
mentre picchiano con le manette
i compagni studenti medi
dai quattordici ai diciassette!
E non la smettono di picchiare
finché Garoppo non alza il dito:
sono l’immagine più fedele
del nostro ordine costituito.

Già vediamo i carabinieri
che si stanno organizzando
per iniziare la caccia all’uomo
con pantere ed autoblindo.
Non possiamo andare via,
né lasciare i dispersi,
siamo ormai tagliati fuori
per raggiunger gli automezzi.
Decidiamo di resistere
e si fan le barricate:
sono per meglio difenderci
dalle successive ondate.

Dalla prima barricata
alla zona dei carabinieri
sono circa quaranta metri
tutti sgombri e tutti neri.
Quando cominciano ad avanzare
uno di loro spara in aria.
i compagni tirano sassi
per cercare di fermarli.
Loro si fermano un momento
e poi continuano ad avanzare;
non è più uno soltanto,
sono in molti ora a sparare.

Dalla prima barricata
si vedon bene le pistole,
dalla seconda tutti pensano
che sian solo castagnole.
Ci riuniamo tutti assieme
alla seconda barricata,
i ‘carruba’ tornano indietro,
vista la brutta parata.
Ancora un’ora di avanti e indietro,
noi con i sassi loro sparando;
tutti crediamo che sparino a salve,
anche da dentro un’autoblindo.

Ad un tratto vedo cadere
un compagno alla mia destra
il ginocchio con un buco
ed il sangue sui calzoni.
Mi volto e grido: ” Sparan davvero!
e corro indietro di qualche passo:
due compagni portano a spalle
il ferito nella gamba.
Correndo forte sulla strada,
con alle spalle i carabinieri,
vedo il Ceccanti, colpito a morte,
trasportato sul marciapiedi.

Malgrado gli sforzi di aiutarlo,
Ãè difficile trovar soccorso
mentre i gendarmi ti corron dietro
e non ti danno un po’ di riposo.
Trovata un’auto utilitaria
e portato via il Ceccanti,
più non ci resta altro da fare
che scappare tutti quanti.
Forse alla Bussola, per quella notte,
i signori si sono offesi,
lor che offendono e uccidono
per tutti gli altri dodici mesi.

Sarebbe meglio offenderli spesso
e non dare loro respiro
tutte le volte che lor signori
capitan sotto il nostro tiro.
A questo punto sembra opportuno
fare qualche considerazione
sulle diverse e brutte facce
che ci mostra oggi il padrone:
ha i soldi per comprarci,
la miseria per sfruttare,
i suoi armati per ucciderci,
la TV per imbrogliare.

Non ci resta che ribellarci
e non accettare il giuoco
di questa loro libertà,
che per noi vale ben poco.

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Accordi

     
      La-     Re-        La-      
Quella notte davanti alla Bussola,
    Re-               La-
nel freddo di San Silvestro.
       Re-          La-
Quella notte di Capodanno
       Re-        Mi7
non la scorderemo mai. 
La-
Arrivavano i signori,
      Re-      La-
sulle macchine lucenti
      Re-          La-
e guardavan con disprezzo
       Mi7          La-
gli operai e gli studenti.
     La-
Le signore con l'abito lungo,
       Re-            La-
con le spalle impellicciate,
    Re-           La-
i potenti col fiocchino,
       Mi7        La-
con le facce inamidate.

Eran gli stessi signori
che ci sfruttano tutto l'anno,
quelli che ci fan crepare
nelle fabbriche qui attorno.
Son venuti per brindare,
dopo un anno di sfruttamento,
a brindare per l'anno nuovo,
che gli vada ancora meglio.
 Non resistono i compagni,
che li han riconosciuti,
ed arrivan pomodori
ed arrivano gli sputi.

Per difendere gli sfruttatori,
una tromba ha squillato,
mentre già i carabinieri
hanno corso ed han picchiato;
come son belli i carabinieri,
mentre picchiano con le manette
i compagni studenti medi
dai quattordici ai diciassette!
E non la smettono di picchiare
finché Garoppo non alza il dito:
sono l'immagine più fedele
del nostro ordine costituito.

Già vediamo i carabinieri
che si stanno organizzando
per iniziare la caccia all'uomo
con pantere ed autoblindo.
Non possiamo andare via,
né lasciare i dispersi,
siamo ormai tagliati fuori
per raggiunger gli automezzi.
Decidiamo di resistere
e si fan le barricate:
sono per meglio difenderci
dalle successive ondate.

Dalla prima barricata
alla zona dei carabinieri
sono circa quaranta metri
tutti sgombri e tutti neri.
Quando cominciano ad avanzare
uno di loro spara in aria.
i compagni tirano sassi
per cercare di fermarli.
Loro si fermano un momento
e poi continuano ad avanzare;
non è più uno soltanto,
sono in molti ora a sparare.

Dalla prima barricata
si vedon bene le pistole,
dalla seconda tutti pensano
che sian solo castagnole.
Ci riuniamo tutti assieme
alla seconda barricata,
i 'carruba' tornano indietro,
vista la brutta parata.
Ancora un'ora di avanti e indietro,
noi con i sassi loro sparando;
tutti crediamo che sparino a salve,
anche da dentro un'autoblindo.

Ad un tratto vedo cadere
un compagno alla mia destra
il ginocchio con un buco
ed il sangue sui calzoni.
Mi volto e grido: " Sparan davvero!
e corro indietro di qualche passo:
due compagni portano a spalle
il ferito nella gamba.
Correndo forte sulla strada,
con alle spalle i carabinieri,
vedo il Ceccanti, colpito a morte,
trasportato sul marciapiedi.

Malgrado gli sforzi di aiutarlo,
Ú difficile trovar soccorso
mentre i gendarmi ti corron dietro
e non ti danno un po' di riposo.
Trovata un'auto utilitaria
e portato via il Ceccanti,
più non ci resta altro da fare
che scappare tutti quanti.
Forse alla Bussola, per quella notte,
i signori si sono offesi,
lor che offendono e uccidono
per tutti gli altri dodici mesi.

Sarebbe meglio offenderli spesso
e non dare loro respiro
tutte le volte che lor signori
capitan sotto il nostro tiro.
A questo punto sembra opportuno
fare qualche considerazione
sulle diverse e brutte facce
che ci mostra oggi il padrone:
ha i soldi per comprarci,
la miseria per sfruttare,
i suoi armati per ucciderci,
la TV per imbrogliare.

Non ci resta che ribellarci
e non accettare il giuoco
di questa loro libertà,
che per noi vale ben poco. 

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