Quindici dodici

Album

È contenuto nei seguenti album:

Testo Della Canzone

Quindici dodici di Alessandro Casappa

Poverino che a cadere da qui in alto,
poverino avrà fatto un gran bel salto
che sfrontato, sostituire il davanzale
ai gradini elicoidali delle scale
quale assurda ignorante presunzione
creder d’esser trapezista
da tendone

Ma sua madre, ma sua madre -che sventura-
fare un figlio con la testa così dura
da pretender di sfidare il cornicione
senza il tempo di slacciarsi uno scarpone,
fare un figlio incompiuto in quasi tutto
da cader senza destar
nessun sospetto

Che abbiamo fatto, invece noi, del nostro meglio
noi lo abbiam preso e coccolato come un figlio
Ma lo zelo in malafede vien confuso
da chi, spesso, finge d’essere persuaso
E siam buoni e bravi almeno fino a quando
non sentiam quel che vogliamo…
Cascasse il mondo.

“Figlio mio”, gli abbiam parlato ad una voce
“sarebbe bello inchiodarti ad una croce,
sulla piazza di San Babila al tramonto
o su un tram addebitabile a tuo conto.
Ma per legge i nostri modi son garbati
che siam tutti, o quasi tutti,
laureati.”

“Figlio mio”, gli sussurrammo in un orecchio
“non guardar dalla finestra, il trucco è vecchio.
Non distrarti, pensa a chi ti sta vicino
e s’ammira contemplandoti assassino.
Su, coraggio, contentiamo il commissario
che non ride mai dall’occhio
suo meno serio.”

E che è difficile, si sa, per noi garanti
saper resistere ai rimedi sacrosanti.
Che i soggiorni in una patria galera,
vitto e alloggio, culo asciutto mane e sera
sono come fosse sempre un po’ Natale,
mentre noi qui, al quarto piano,
a tribolare.

Commissario, commissario…la iattura
fu aver cuore e non lasciargli la paura,
l’indiziato ha messo le ali alle caviglie
ignorando i nostri placidi consigli,
l’incosciente ha scelto infine la sua via
calmierando il prezzo a quella
sua utopia.

E qualcuno avrà senz’altro da ridire
per il gusto di volerci importunare,
per capire ciò che è chiuso in questa stanza
e nel lucido tempismo d’ambulanza.
Ma alla fine fu soltanto un gran bel botto:
se s’affaccia può veder
com’è ridotto

Che c’è una fine -poi si sa- per tutti quanti
e non è detto che s’arrivi da coerenti
lui pretese di arrivarci da aviatore
e dimenticò in un colpo il suo mestiere
confondendo finestrone con binario
dica pure, parli chiaro, commissario,
dica se per caso abbiamo scritto male:
fu suicidio involontario accidentale

Fu suicidio
involontario
accidentale.

Il testo contenuto in questa pagina è di proprietà dell’autore. WikiTesti è un’enciclopedia musicale con lo scopo di far conoscere a quante più persone possibile il panorama musicale.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *