Rom Tiriac Rom (Tor de’ Cenci)

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Testo Della Canzone

Rom Tiriac Rom (Tor de' Cenci) di Ivan Della Mea

Danilović il serbo ha casa in Krajina;
Andrić, croato armato, lo caccia dalla casa,
con mitra deutschebank gli ruba anche la terra
Danilović fugge, e questa è la guerra.

Rom Tiriac, Rom ha casa vicino a Sarajevo;
Rom Tiriac ha moglie e figli, e suona il suo violino.
Danilović il serbo arriva, ed è mattino;
gli ruba casa e terra, e questa è la guerra.

Rom Tiriac, Rom raccatta famiglia e pochi stracci,
– migra migrante migra- e giunge qui da noi,
a Roma fuori porta, in sito Tor de’ Cenci,
città di Dio, di papa e di cristiane genti.

Rom Tiriac fa baracca, spartisce poco pane
condito con dovizia di sporco e di fame,
spartisce con i cani, spartisce con i ratti;
Rom Tiriac suona come i disperati e i matti.

Rom Tiriac suona tutto, sia walzer polka o samba,
il Borgomastro arriva con ruspe e con caramba,
ha l’occhio fermo, zombie, da Uomo del Destino,
è l’occhio del potente, fra il trucido e il cretino;
ha l’occhio fermo, zombie, da Uomo del Destino,
è l’occhio del potente, fra il trucido e il cretino.

È l’alba della legge e del passamontagna,
del nero che nasconde violenze e sua vergogna,
distruggono baracche, la ruspa fa la storia;
Rom Tiriac ora è nulla, è solo una memoria.

Memoria della casa sua e della sua terra,
ma c’è un ministro Bianco con la sua santa guerra;
ricaccia a Sarajevo Rom Tiriac col violino,
letteratura vuole sia questo il suo destino;
– migra, migrante, migra -. “Gloria in excelsis Deo”,
il Borgomastro canta, e questo è il Giubileo.

– Migra, migrante, migra -. “Gloria in excelsis Deo”,
il Borgomastro canta, e questo è il giubileo.

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