Rondinella d’Aspromonte

Testo Della Canzone

Rondinella d'Aspromonte di Canzoni politiche

Anno 1862

O rondinella che libere l’ali
spieghi or fuggendo or tornando ver me,
deh, se pur senti pietà de miei mali,
vai dove andare è negato al mio piè.

Tu dèi volar da Aspromonte al Cimino
e dal Cimino all’Amiata passar,
poi dell’Etruria nel dolce giardino,
sui freschi margini d’Arno posar.

Là dove franta più mormora l’onda,
giunta di Flora il bel seno a lambir
mesto e romito vedrai sulla sponda
l’abbandonato mio letto apparir.

Stanza di pace, oh se farvi il tuo nido
tu pur volessi al ritorno d’april
non mai la sorte un asilo più fido
darti potria, rondinella gentil.

E di volare t’arresti il desio
lì ti riposa in l’etrusco terren:
quello è il mio cielo, il mio suolo natio
e di mia madre ti posa sul sen.

Dille – Son io di color messaggera
che giuro fean d’aver Roma o morir,
ma pur la sorte si rese a noi fera
pur troppo il giuro ho dovuto fallir.

L’empio ministro che serve al tiranno
e della Senna il volere segnò,
provocando con l’armi a noi danno
di sangue il suol d’Aspromonte bagnò.

Sì, ma dell’italo sangue ogni stilla
che fu versato un torrente darà
quando a riscossa, imitando Balilla,
l’itala tromba l’appello farà. –

E detto questo se al primo barlume
io ti vedrò alla prigione venir,
raccoglierò sulle molli tue piume
l’aure d’Etruria e i materni sospir.

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