Santa luce dei macelli – Ianva Testo della canzone

Il Testo della canzone di:
Santa luce dei macelli – Ianva

Più lenta e greve d'un volo d'avvoltoio
La folla orante avanza come bovi al mattatoio
Che entri il coro, che Luce sia
Di ceri innumerevoli a punteggiar la via
E per toccare i lembi di sacra vestizione
Come se fosse un balsamo che dà consolazione
Ginocchi strisciano e lasciano una scia
Schiumante e bruna come un'agonia…

Come crivellato Golgota bianco seno tra le spine
E in capo a Lei
Le fanno da corona gli astri dell'Orsa Maggiore
Col suo volto avorio e porpora guarda a noi sulle rovine
Ed è per noi
Che l'abissale colubro tiene sotto il tallone!

Ma del Vattiente la gamba insanguinata
Insinua una lezione che resta inascoltata:
Che la mitezza non sempre è una virtù
Chi doma il suo soffrire, non vuole schiavitù!
Se il Cardo Santo è Atto Di Dolore
Come le Sette Spade che vanno a berle in cuore
Vedo il virile, sereno sprezzo del-
L'arcaico oplita che fa dono di sé

E dalle sdentate fauci di megere nero-notte
Riecheggerà
Sonora l'onda panica di ioniche rotte
Delle primavere attiche quelle sacre frenesie
Crescono in me
E certe guerre estatiche diventano mie
Sento ancora tra le dita calde viscere fumanti
E scorgo in Lei
Le traiettorie mistiche di uccelli migranti
Perciò stringo quel revolver e a ragione che mi chiedi
Risponderò
Di nuovo è tempo che gli Dei si onorino in piedi!

(Grazie a Dario per questo testo)

Ecco una serie di risorse utili per Ianva in costante aggiornamento

Pubblica i tuoi Testi!
Contattaci: [email protected]

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *