Sono Sempre i Migliori che se ne Vanno – Maisie Testo della canzone

Il Testo della canzone di:
Sono Sempre i Migliori che se ne Vanno – Maisie

Fabrizio, uh, Fabrizio, Fabrizio, uh, Fabrizio

Oh Gesù, si è fatto tardi!
Spero di non trovare
Chiusa la parrocchia
Sai, ci vado tutte le mattine
Per accendere una candela a Fabrizio De Andrè
Si, De Andrè, il cantante, anzi che dico cantante:
Santo, per me lui è un santo!
Lo sai che ha guarito mia figlia da un tumore?
Mi è venuto in sogno e mi ha detto:
“Lascia perdere la chemio! Falle ascoltare
Le mie canzoni, tutti i giorni, per almeno tre ore”
Io così ho fatto e dai oggi e dai domani, puff! Il male è sparito
Capisci? Fabrizio l’ha guarita da un tumore
E dico tumore, mica raffreddore!
Ti ripeto: un santo, oltre che un cantante
Come non ne nascono più!
Oggi, che cantanti abbiamo?
Quell’Arisa che sembra scappata dal Cottolengo
Quell’altro Povia che si presenta in televisione
Con i capelli unti, che a guardarli fanno ribrezzo
Ma fatti uno shampoo, barbone!
Te lo potrai permettere uno shampoo
Con tutto quello che guadagni, no?
Ad ascoltare questi cani
Non solo non guarisci dal tumore
Ma ti viene anche la diarrea
Scusa la volgarità…

Fabrizio, uh, Fabrizio, Fabrizio, uh, Fabrizio

Lascia perdere, Marcella
Non dar retta a quello che dice
Quel rincoglionito di Paolo Villaggio!
Fabrizio non era anarchico
Gli anarchici sono atei e non votano
Io so per certo che
Lui era credente
Pregava molto e andava a votare…
E mica per i comunisti! Votava per la DC!
Fabrizio era un uomo equilibrato, di centro
Oggi starebbe con Berlusconi
O al limite con Casini, credimi
Le sue canzoni dovrebbero insegnarle
Alle elementari, altroché!
Le sue e anche quelle di quell’altro…
Come si chiamava? Ah, sì… Battisti!
Pensa pure che sono pazza
Ma, ascoltando le sue canzoni
Tutti i giorni, per un mese di fila
Sono completamente guarita
Da una fastidiosissima ulcera gastrica
Insomma, non un santo, ma quasi

Fabrizio, uh, Fabrizio, Lucio, uh, Lucio

Anzi, che dico elementari!
Le loro canzoni
Dovrebbero insegnarle
Nelle università, perché sono vere poesie
Cos’ha Mogol da invidiare a un Ungaretti?
A un Leopardi? A un Foscolo?
Prendiamo quella che fa:
“Per fortuna che c’è il Riccardo
Che da solo gioca al biliardo”
Ah sì, hai ragione, che scema! Quella è di Gaber!
Anche Gaber però… quante belle canzoni che ha scritto
E poi era un vero signore, così fine ed elegante
Chissà se può far qualcosa per le mie verruche
Ah, dici di provarci? Ma sì, hai ragione!
Da domani, tutti i pomeriggi, Champagne e Barbera!

Fabrizio, uh, Fabrizio, Lucio, uh, uh, Lucio
Giorgio, oh, oh, Giorgio, Giorgio (on my mind)

È a gente come loro che dovrebbero intitolare
Le vie, le piazze, le scuole
Istituto Tecnico Gaber
Scuola materna Faber, Piazza Lucio Battisti
Vedrei bene anche una via Renato Zero
Che ho detto Zero? Scusa, no
Volevo dire Rino Reitano
Quello di Gianna Gianna
E di Italia Italia
No, Zero, proprio no!
A parte il fatto che è vivo
Zero è un noto pederasta
Uno squallidissimo travesta
Che adesso ha persino
La faccia tosta
Di andare in televisione
A parlare del suo rapporto con Dio!
Sono schifata, credimi, sono schifata!

Va be’, Marcella
Mi ha fatto tanto piacere
Chiacchierare con te
Se non dovessi scappare
Ti direi anche cosa penso
Di quell’ubriacone di Vasco Rossi
Di quel puttaniere di Gino Paoli
Di quel senza Dio di Guccini
E di tutto il resto della compagnia

Quando penso che questi sono vivi
E che De Andrè, Battisti e Gaber sono morti
Mi viene una rabbia che non ti dico!
È proprio vero: sono sempre i migliori che se ne vanno

Fabrizio, uh, Fabrizio, Lucio, uh, uh, Lucio
Giorgio, oh, oh, Giorgio, Giorgio (on my mind)

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