Strofette antifasciste sulla fame e “la borsa nera”

Testo Della Canzone

Strofette antifasciste sulla fame e "la borsa nera" di Canzoni politiche

Capitano non voglio l’acqua
dammi un fiasco di bardolino
col sapore di questo vino
la mia sete si spegnerà.
Capitano non voglio il pane
dammi un piatto di spaghetti
se i è cólcc i mange söbet
se i è frècc mi fa scoldà.
Colonnello non voglio il pane
dammi un piatto di pastasciutta
se l’è cólda la mangio tutta
se l’è fregia la fó scoldà.
(sull’aria della
“Sagra di Giarabub”,
raccolta in bergamasca)

Stringer stringere
e stringeremo
fino all’öltem büs
(sull’aria di “Vincere”)

È così che vive il podestà
col bötér in ma
la farina söl spassacà
del nemico e delle avversità
lui se ne infischia perché sa
che mangerà
(sull’aria della “Canzone dei sommergibili”,
raccolta in Lombardia)

Andar di qua e di là,
chiedendo pasta, frutta, riso,
uva e vino.
Pagar senza esitar
qualunque prezzo che ci chiede
il contadino
È così che vive l’italian:
compra sotto man
la polenta e il pan.
Delle leggi e dell’avversità
se ne infischia perché sa
che mangerà!
(sull’aria della “Canzone dei sommergibili”,
raccolta nel cuneese)

Oh com’è bella la vita
quando mi metto a mangiar
sento la gente che dice:
“Oh preparatevi un po’
a prenotar le patate
riso e fagioli e caffè”.
Pasta, sessanta grammi
e poi ti dico basta,
riso, quando ti mangio
sembra un paradiso,
io mangio sempre zuppa
di cavol e di verdura
la vita è troppo dura
così non si può andar.
Pane, ma la sostanza mia
più cara sei tu,
però sei poca e io la cinghia
debbo stringer di più.
Da tempo manca una bevanda
ed anche pure il caffè,
non c’è che una bevanda
un surrogato per me,
la dolce marmellata
non mi ricordo cos’è.
(sull’aria di “Mamma”)

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