(di:
Paolo Conte)
Dorme un teatro
Scolpito al centro di un’agricola contrada
Tanto qui nessuno si dispera…
Ei pera… pera!…
Anticamente
Si sguainavano là dentro le parole:
Uccidere il tirano questa sera!
Ei pera… pera!…
Tiranni, Oreste, Saul,
Criniere antiche di tragedia e là,
Là nel vuoto fulvo, caotico Elettra
Vive, recita, si muove, ah ma no!
La Mirra, no!
Non ha il tiranno, invece sì, ce l’ha,
È lui, l’amore, l’oscuro destino
Sessuale, il suo sogno d’inferno, sì!
(Strumentale)
Spariva la città
Tra le sue torri e le tempeste
Del teatro un vento marinaio,
Volando la campagna,
tra Genova e Savona
Le girava in Spagna e
Il teatro cominciava così il suo sonno
Nei tempi moderni,
dai tempi moderni avvilito.
Lasciato, abbandonato così
Anticamente era l’idea
Di un teatro in mezzo al grano
Come una bevanda solto il sole…
Ei pera… pera!
Dorme un teatro,
Il sangue finto per il sogno di Vittorio,
Rosso come il vino del sipario…
Ei pera… pera!
Ei pera… pera!
Ei pera… pera!