Tra Damasco e Parigi – Il Geometra Testo della canzone

Il Testo della canzone di:
Tra Damasco e Parigi – Il Geometra


E dimmi, come stai?
Che cosa lasci indietro?
Ti aggiri ancora di sera tra l’Appia e San Pietro portando il cuscino?
Dimmi, di che colore vuoi i capelli,
se mischi ancora il the verde col miele e la luna quando devi lavarli,
dimmi, se qualche volta ti capita ancora di chiudere gli occhi davanti alle serie tv

E dimmi, cosa fai?
Col tempo hai scelto una strada?
O resti ancora convinta sia meglio scappare per non esserne schiava?
Dimmi, se a volte ancora ci piangi se pensi che il gatto domani potrebbe non esserci più,
Bisogna fare attenzione con le persone felici,
perché si muovono sopra una fune di seta tra Damasco e Parigi,
e ci vuole molto equilibrio
anche per stare in disparte, guardarmi le scarpe e non darti fastidio,

E a casa come va?
Ti piace ancora la campagna?
Ti fidi ancora dei vecchi che accarezzano il tempo nascosti in montagna?
Pensi di aver capito un po’ alla volta,
che le reciproche paure ci hanno solo completati, che non avevamo scelta?
Dimmi, se balli ancora in pigiama, se mangi la pasta ripiena se Battiato o Chopin,
Bisogna fare attenzione con le persone felici,
perché si muovono sopra una fune di seta tra Damasco e Parigi,
e ci vuole molto equilibrio
anche per stare in disparte, guardarsi le scarpe e non darsi fastidio,

Fiore mio,
fiore di carta,
fiore di pesca,
rosa nascosta,
per le persone infelici, che hanno passato la vita a invidiare chi vola tra Damasco e Parigi..
E dimmi come stai?
Che cosa lasci indietro?
Qualcuno mi ha raccontato di averti incontrata tra l’Appia e San Pietro

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