Tra demonio e santità – Alberto Fortis

Album

È contenuto nei seguenti album:

1980 Tra demonio e santità

Testo Della Canzone

Tra demonio e santità – Alberto Fortis

prima parte… E nascondersi agitato in un sacchetto spazzatura

col proposito di morte tra le bucce e la verdura;

ritrovarsi a pezzettini su una tavola imbandita dove ci sarai anche tu

e tutti i tuoi invitati che mi mangeranno con le loro grandi grosse unte dita:

penso a te che forse non mi mangerai

penso a te che forse sazia piangerai;

che schifo, amore, che mi fai, piantala di mangiare

“ma come?! mentre mangio soffro sai, potrei anche vomitare”

se fossi in te ci proverei mi salveresti ancora

“ma dai, ridotto così sei pronto per morire”

grazie lo stesso amore, ciao, comincia a deglutire.

Mi dirai che è una stronzata, ma finiscono i problemi

e tanto la tua fede è marcia, puzza e va bruciata è una pianta senza semi.

L’ho sempre detto che avrei fatto il grande sbaglio

di comperare casa in via dell’ironia

e sopra il palco come un asino castrato adesso raglio

nel grande circo della melodia.

Sbagliare è umano e se non basta son pentito

Dio mio, ti prego, fammi ritornare indietro

“guarda che ormai è tardi tutto quanto è stato seppellito

la tua vita non si chiama mica Pietro”.

Ma tanto no, non mi entusiasma neanche un po’ di tutta la mia giovinezza

di me stesso sono già il fantasma in più privato di naturalezza.

Modestamente adesso i tempi son cambiati e tiro ragli di notevole valore,

faccio la vacca e mi sollazzo con i giochi più impensati

e mi diverto con il corpo e col dolore.

E se ti accorgi che loro han sbagliato nel farti grasso tra Demonio e Santità

ingrassa il figlio tuo di quel che ti è mancato

ovvero sia la sete di pazzia, d’inganno e crudeltà.

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seconda parte

Do l’impegno, do il coraggio prendo i trucchi e le viltà

nel mio patto tra Demonio e Santità:

Lui mi riempie di allegria.

Ha parlato dell’amore, si è trovato in mezzo al fuoco

ridacchiando di quel Dio che ha sentenziato:

“non sei della forza mia”.

L’ho abbracciato e lui m’ha detto:

“bravo, puzzi di bruciato, prendi quello che vuoi”.

Dopo aver pensato bene a chi dei due era in errore

ho deciso, mi conviene; non è poi quel grande orrore;

e nascondermi agitato in un sacchetto spazzatura

col proposito di morte tra le bucce e la verdura.

Ritrovarmi a pezzettini su una tavola imbandita dove ci sarai anche tu,

e tutti i tuoi invitati che mi mangeranno con le loro grandi grosse unte dita:

penso a te che forse non mi mangerai

penso a te che forse sazia piangerai;

che schifo amore che mi fai, piantala di mangiare!

“ma come?!, mentre mangio soffro, sai, potrei anche vomitare”

se fossi in te ci proverei mi salveresti ancora

“ma dai ridotto così sei pronto per morire”

grazie lo stesso amore, ciao, vai pure a digerire.

“Che bella lingua sei davvero più cattivo e non dividi con nessuno la tua torta,

peccato che tu sia vigliacco e ancora vivo e lei invece è veramente morta”.

Dai non mi fare del moralismo sei tu che vedi sempre tutto quanto male,

ricorda che si è spenta ormai qualsiasi forma di altruismo, non parliamo poi della

donna ideale.

“Il fatto è che non ti va di ricordare quando campavi ancora da studente acerbo,

e sentivi lei già donna dire “ti voglio sposare”, ma non eri tu l’oggetto del suo verbo”.

Adesso basta!, perdo sangue come un bue e la tua mano nella piaga è un frullatore,

però se insisti e me la spacchi bene in due

vedi la storia del mio vecchio amore.

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terza parte

“Come va, con questo caldo, dopo quello che hai sentito!?”

per un attimo scottavo, ma è passata, ho resistito

“sì è così che devi fare, che morisse era destino”.

Ma dimmi un po’, papà Demonio non sarà che è un po’ meschino,

ho sprecato tempo e amori con la scusa di pensare

“ma figliolo, vai a bere, vai a donne, va a mangiare”.

Penso a te che forse non mi mangerai

penso a te che forse sazia piangerai…

 

 

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