Trenta luglio alla Ignis

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Testo Della Canzone

Trenta luglio alla Ignis di Canzoniere Pisano

Questa mattina, davanti ai cancelli
sono arrivati trenta fascisti:
erano armati di bombe e coltelli,
questi di Borghi son gli squadristi.

Han cominciato tirando sassi
contro i compagni di un capannello;
alle proteste han risposto sparando:
tre ne han feriti con il coltello.

Noi operai gli siam corsi dietro
ma quei vigliacchi sono fuggiti,
approfittando della confusione
mentre portiamo in salvo i feriti.

Subito dopo la vile aggressione
ecco arrivare due capi fascisti;
van con la borsa dal porco padrone
a prender la paga pei loro squadristi.

Li abbiamo presto riconosciuti:
uno è Del Piccolo, quell’assassino,
e l’altro è Mitolo, capo fascista,
torturatore repubblichino.

Dentro la borsa, coi passaporti,
hanno una scure ben affilata:
questa è la prova che i due compari
la sanno lunga su come è andata.

Gli abbiamo fatto alzare le mani,
gli abbiamo messo al collo un cartello
con sopra scritto: « Siamo fascisti,
facciam politica con il coltello ».

E dalla Ignis fino in città,
mentre tremavano per la vergogna,
li abbiam portati in testa al corteo
e tutta Trento li ha messi alla gogna.

E in fin dei conti vi è andata bene,
perché alla fine della passeggiata
quella gran forca che meritate
non ce l’avete ancora trovata.

Cari compagni, quella gran forca
dovremo farla ben resistente,
per impiccarci, assieme ai fascisti,
il padron Borghi porco e fetente.

Cari compagni, quella gran forca
dovremo farla ben resistente
per impiccarci, assieme ai fascisti,
ogni padrone, porco e fetente.

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Accordi

     
          La-     Mi7          La-
Quella mattina, davanti ai cancelli
                       La7
sono arrivati trenta fascisti:
        Re-                La-
erano armati di bombe e coltelli,
          Mi7                La-
questi di Borghi son gli squadristi.

Han cominciato tirando sassi
contro i compagni di un capannello;
alle proteste han risposto sparando:
tre ne han feriti con il coltello.

Noi operai gli siam corsi dietro
ma quei vigliacchi sono fuggiti,
approfittando della confusione
mentre portiamo in salvo i feriti.

Subito dopo la vile aggressione
ecco arrivare due capi fascisti;
van con la borsa dal porco padrone
a prender la paga pei loro squadristi.

Li abbiamo presto riconosciuti:
uno è Del Piccolo, quell’assassino,
e l’altro è Mitolo, capo fascista,
torturatore repubblichino.

Dentro la borsa, coi passaporti,
hanno una scure ben affilata:
questa è la prova che i due compari
la sanno lunga su come è andata.

Gli abbiamo fatto alzare le mani,
gli abbiamo messo al collo un cartello
con sopra scritto: « Siamo fascisti,
facciam politica con il coltello ».

E dalla Ignis fino in città,
mentre tremavano per la vergogna,
li abbiam portati in testa al corteo
e tutta Trento li ha messi alla gogna.

E in fin dei conti vi è andata bene,
perché alla fine della passeggiata
quella gran forca che meritate
non ce l’avete ancora trovata.

Cari compagni, quella gran forca
dovremo farla ben resistente,
per impiccarci, assieme ai fascisti,
il padron Borghi porco e fetente.

Cari compagni, quella gran forca
dovremo farla ben resistente
per impiccarci, assieme ai fascisti,
ogni padrone, porco e fetente.

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