Vivo in inquietudine – Caparezza

Vivo in inquietudine – Caparezza canzone pubblicata per la prima volta nell’anno 1999

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Testo della canzone: Vivo in inquietudine – Caparezza

In fondo al testo trovate il video della canzone

Vivo in inquietudine – Caparezza Testo:

Son due ore che cammino sotto il sole

ho un sassolino nello stivale che mi fa male

ma lo lascerò

perché convivo con i problemi che ho

e lo so, e che il vento non ne ruberà nemmeno un po’

a questa vita che va avanti

inghippo dopo inghippo

sul palco tragicomico

come De Filippo mi destreggio

so che se va male mi può andare andare pure peggio

mi faccio coraggio

e se c’è veleno omaggio, come ostaggio, lo assaggio

forse berrò sabbia, come in un miraggio

tipo Capitan Uncino vado all’arrembaggio

senza maschera, perché qui non è Viareggio

come al maneggio sto a cavallo delle mie sciagure

e più galoppo, più scappo dalle mie paure

abituato ad ottenere poco

corteggio il mio boia e me lo faccio amico…

RIT.

Vivo in inquietudine, ma dovrò farci l’abitudine, perché la vita non ti passa mai, dovrò cicatrizzarmi addosso i guai

Vivo in inquietudine, ma dovrò farci l’abitudine, ogni giorno comincia un guaio nuovo, vecchio come il mondo, planetario come il globo…

I miei problemi vengono fuori come funghi

rimbombano nella mia mente come un’assolo di bonghi

sono fanghi che mi sporcano, mi ungono, mi immobilizzano se

divento matto come in uno scacco al re

anche se ne venissi fuori

ammetto che ne sono attratto come un’ape in un campo di fiori

come un beone tra i liquori

salgono e scendono dentro di me come ascensori di un hotel

e anche se andassi alle Seychelles

mi inseguirebbero, mi aspetterebbero

al varco come un cane quando il gatto sta sull’albero

se faccio un passo indietro tipo gambero, dopo mi accorgo

che sono sempre stato trascinato in questo assurdo gorgo

che risucchia

che mi rosicchia

come una pannocchia

che mi siede sulle sue ginocchia, e mi picchia

è come una macchia, che non viene via nemmeno con la candeggina

mentre affogo nella mia latrina

RIT.

Vivo in inquietudine, ma dovrò farci l’abitudine, perché la vita non ti passa mai, dovrò cicatrizzarmi addosso i guai

Vivo in inquietudine, ma dovrò farci l’abitudine, ogni giorno comincia un guaio nuovo, vecchio come il mondo, planetario come il globo…

Vaff… Vaff… Vaff… Vaff…

La speranza è mia sorella, lo riconosco

ma se mi girano i coglioni questa sera manco esco

segno le tacche sul mio muro come fossi al fresco

quando la vita passa, batto i tacchi ed obbedisco

non capisco, ci siamo un po’ ridotti come merde

eravamo accecati da una luce verde

che poi si è fatta scura ed ora è nera

se non bianca come il teschio della sua bandiera

stavo con gli amici sul trullo aspettando la sera

suonavo pezzi di cartone a primavera, ed ora

tutti i guai sembrano venirmi addosso

forse morirò cantando come un ubriaco nel fosso

senza una tipa che mi coccola

che cerco come birra in una serata spicciola

sempre nei casini come al solito

come una donnetta se alza il gomito

poi vomito

e non mi limito

RIT.

Vivo in inquietudine, ma dovrò farci l’abitudine, perché la vita non ti passa mai, dovrò cicatrizzarmi addosso i guai

Vivo in inquietudine, ma dovrò farci l’abitudine, ogni giorno comincia un guaio nuovo, vecchio come il mondo, planetario come il globo…

 https://youtu.be/HGwSdfnymTk

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