(di: V.
Santimone – D.
Crepaldi)
Ed. Mus. Caramba (MI)
Lo incontravo ogni santa mattina
ai cancelli dell’autofficina
mi faceva un sorriso e timbrava il suo cartellino.
S’infilava una tuta arancione
chiave inglese e una lampada in mano
per distendersi sotto un motore dal cuore malato.
Io seduta alla mia scrivania dietro quella vetrata
mi sentivo morire ogni volta che lui mi guardava.
Come allora non ero mai stata così innamorata
e speravo che un giorno anche lui si accorgesse di me.
lo l’amavo, l’amavo, l’amavo, l’amavo tanto
e sognavo, sognavo, sognavo di stargli accanto.
lo l’amavo, l’amavo, l’amavo, l’amavo tanto
e sognavo, sognavo, sognavo di stargli accanto.
(Strumentale)
Ma un motore dal cuore malato può fare del male
a chi standogli sotto lo deve far battere ancora.
Fu così che un mattino d’inverno franandogli addosso
gli strappò senza neanche un lamento la sua gioventù.
lo l’amavo, l’amavo, l’amavo, l’amavo tanto
e sognavo, sognavo, sognavo di stargli accanto.
lo l’amavo, l’amavo, l’amavo, l’amavo tanto
e sognavo, sognavo, sognavo di stargli accanto.
Io ritorno ogni santa mattina
ai cancelli dell’autofficina,
ma ora lui timbra il suo cartellino ai cancelli del cielo.
Io l’amavo, l’amavo, l’amavo, l’amavo tanto
e sognavo, sognavo, sognavo di stargli accanto.
Ho provato, ho provato, ho provato a dimenticarlo
ma io l’amo, io l’amo ancora
ma ancora tanto.
1 commento
Grazie molto !
Con viva simpatia,con amore,
Camelia