Il pozzo

Album

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Testo Della Canzone

Il pozzo di Ivan Della Mea

a) La piccola ragione di allegria

«Ora io non ho ben chiaro» disse
«il senso e la ragione di quest’anni
cercar la gioia e amore tra gli affanni
di tante grandi e piccole imprese …
io so la storia mia
bestemmia e poesia
il tempo del dolore e della rabbia
e pure
e sempre
la piccola ragione di allegria».

«Il padre nudo lirico e fascista
ed un fratello già in rivoluzione
la madre un quarantotto
di lacrime in carpione
e la miseria fede e religione
e una stanza-casa e ipocrisia
eppure c’era tempo
eppure c’era tempo
eppure c’era tempo
per piccola ragione di allegria».

«E gli anni del collegio facce sperse
e la scoperta del tuo altro io
la donna come sogno
comunità di seghe
e notti dure del terror di dio
e la violenza fascino e disgusto
a masturbarsi in chiesa con il morto
amore e simonia
bestemmia e poesia
anche così il ribellarsi è giusto
e anche in questo credi
e anche in questo credi
e anche in questo credi
e credi e cerchi e trovi
la piccola ragione di allegria»:

«La caccia al mito padre purchessia
l’angoscia eterna della donna-sfinge
vedi non era schifo
lassismo o apatia
voglia di soldi corpo e confusione
a spingermi la notte tra poesia
e la marchetta di prostituzione
era momento
a ruota e vita mia
senza disegno né programmazione
senza cultura forse né ideologia
senza livore forse esistenziale
ma il vomito fa male
se non si porta via
si fa l’abbiocco bile tutto in testa
Ti salva anche in questa
bohème intestinale
un attimo vitale
o segno di anarchia
bestemmia e rabbia
amore e poesia
la piccola ragione di allegria».

b) Per te Gioan

«Per molti amici amati dell’amore
amore di fratelli e di compagni
amore e non idea
o per lo meno credi
non solo bocche aperte alla bandiera
e quanto meno il rosso
di quella ad altro rosso s’appaiava
amore che spiava
gioiva e soffriva
per Gianni prima e Paolo e Giovanna
Paolone e Franco e Cesare e Luisa
e Alberto e Nuccio e ieri e oggi e ora
Renato e Attilio
e poi Silvano e ancora
anche il ricordo è solo cosa mia
ragione e gelosia
per Gianni Gioan e per l’amico padre
amato e odiato e sempre ritrovato
perché comune era ed è la via
Per questo amore credi
la morte più blasfema che ci sia
si spunta tempo e spazio alla ragione
e il cuore buon coglione
nel botto extra detto di anarchia
ripesca vita e amore
in un sussulto largo di aritmia
e poi bestemmia
e quindi rabbia
e nuova linfa e lotta e poesia
per te Gioan
la piccola ragione di allegria».

«L’amore sfranto rotto dal bisogno
di metter casa su rivoluzione
l’idea contro il padrone
è chiaro non ci piglia
e intanto hai messo su casa e famiglia
il minimo di unione
il nuovo di una moglie e di una figlia
Ci giochi proprio tutto
cotenna e ciccia – il taglio si fa rosso
metonimia e
metafora al prosciutto
e quando cocci dente duro all’osso
l’amore disossato già sbadiglia
ma non è tutto
ti resta dentro il cuore
– e s’accartoccia torno torno e spacca
e sfascia e trancia e piange e ride e urla –
la piccola ragione dell’amore
quadrato di dolore
tra me e Sara in legge padre e figlia
in vita amore
E gli attimi minuti eletti a ore
con l’occhio mio che arraffa
con l’occhio tuo che artiglia
e coi sorrisi e i giochi di rumore
ben tesi a rimpiattare dentro un canto
e muro e pianto
e fiotti larghi miele e nostalgia
sterrate bianche
voglia di pioppi di malinconia
e pur si trova
senso di gioco nostro e buon riparo
Ci regge Sara il nostro tempo caro
bestemmia e rabbia
e ancora e ancora segno di anarchia
e ancora amore
ancora poesia
la piccola ragione di allegria».

c) Per quattro capriole sono viva

«Per quattro capriole – sono viva –
è questo il mio ricordo assunto e amore
un corridoio lungo
moquette ma di dolore
ed un silenzio falso che fa male
ronzio di grida e di sorrisi che
strafora tra betulle a quadro bianche
e mille sigarette astiose e stanche
“Che resta?” chiedo
“che resta oggi della rabbia antica?”
Sorridi “chi lo sa chi sono io

Luciano padre nonno e anche fratello
amico forse e certo buon compagno
ma non soltanto non soltanto quello
tra falso e verità
ci passa un mondo spasmo nel budello
di grappa e mogadon
veleno e nembuthal
M’inquina questa noia mai finita
cancro sottile
oltre l’idea provata e definita
compagno e comunista
scrittore economista
e allo specchio sempre buon poeta
di penna larga buona ed edonista
Mi fotto dio
per un risotto
mi scopro scisso tra la vita e l’io
amore e sessantotto
in culo anche alla gloria
mi sono fatto uguale al mio Tobia
Mi chiedo – c’è vittoria?,
gelato il gran casotto
per l’uno e il miliardo senza storia?,
mucchio selvaggio
viltà e coraggio
voglia d’insieme e voglia di anarchia
mi manca il fiato vedi
d’amore e di poesia
elogio alla pazzia
in quel secondo che si fa bestemmia
si chiami vita credi
oppur schizofrenia
E’ solo un tocco buono alla mia carne
bestemmia e rabbia
e ancora credo segno di anarchia
e ancora amore
ancora poesia
la piccola ragione di allegria».

«Per quattro capriole – sono viva –
è sempre il mio ricordo assunto e amore
un corridoio lungo
moquette ma di dolore
e un silenzio falso che fa male
e tu mi senti dire
“Luciano non morire
per conto mio ti posso anche implorare”
oppure “crepa, bestia, non crepare”
Ma tu fratello ridi alle Betulle
psichiatriche fasulle
– il bianco rasserena è scienza antica –
è vero non è vero e poco conta
la capriola è cosa buona e amica
– lo scatto ben leggero
il salto lieve lieto e perentorio –
gesto d’amore Clara e tu fratello
e tu fratello finalmente ridi
di bocca e di pensiero
zompo blasfemo trip aleatorio
in culo alle Betulle
in culo al corridoio
in culo a quel silenzio falso e scemo.
Per quelle capriole – sono viva –
compagna amante moglie e madre e amica
in quel Natale assurdo di livore
nel corridoio lungo
moquette ma di dolore
mentre dicevo forse senza dire
“Luciano non soffrire
Luciano non morire”
pensavo Clara cosa vuoi che dica
la capriola paga il nuovo errore
troviamo nuove ore
per farci una ragione e una vita
e niente lascio indietro
ma tutto entra ricco in questo amore
Sara
Luciano
gioia e apatia
e il nostro maggio che si chiama Pietro
stupenda capriola e tua e mia
forse bestemmia credi
o forse rabbia
o forse e ancora segno di anarchia
per Sara per Luciano e Pietro amore
ancora capriole di poesia
la piccola ragione di allegria».

d) Tall el Zaatar

Calendimaggio per filologia
ha segno festa grande al Primo Maggio
si fa il coraggio
per piccola ragione di allegria
eppure Clara mia
tu sai l’angoscia che mi picchia in testa
«E’ tua
è mia
è veramente nostra questa gioia?
è veramente nostra questa festa?
e come regge Clara
il segno dell’amore
in questa nebbia dura grigia e pesta?
E se la capriola
la tua e quella mia
ci riesce male e poi si va di testa
ci resta la domanda
ambigua forse furba forse onesta
che nulla più rimanda:
– Calendimaggio a quando la tua festa
compagni di ogni età che è cambiato
forse il potere forse
forse lo Stato
o forse non si sa chi ci ha sposato
in buona pace forse alla gran troia
chi ci regala lambri di eroina
oppure cancri o sballi eletti a gioia
e ognuno è in sé
solo e per sé
area campione test integralista
anfratto smunto a mendicar la noia
fatta linguaggio e a segno sublimata
E chi si fa la gioia
lo jato, la stangata
lo senti ride ghigna e fa baldoria
noi siamo il suo potere
noi siamo il suo trionfò e fantasia
ci sfotte-su prendetevi la storia
che tanto a me l’avete delegata
io ve la rendo tonda
riconvertita e ristrutturata
ballate su ballate la stangata
il Cile resta in Cile e non è qua
Tall el Zaatar Tall el Zaatar Tall el Zaatar
Tall el Zaatar Tall el Zaatar Tall el Zaatar
Tall el Zaatar Tall el Zaatar Tall el Zaatar.

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