La voce degli ubriachi
senza domani, senza ragioni
si staglia in quest’aria fredda
senza timori né convinzioni
si ferma senza pudori
senza paura delle opinioni
e in quest’aria senza colori
gioca col filo degli aquiloni
La voce degli ubriachi
è come l‘acqua di un grande deserto
è il coro di pezzi di vetro
è come nuvole in un cielo aperto
è la voce di uomini senza gloria
senza fortuna ma chissà quanta storia
È la storia di uomini persi
sotto la falda del proprio cappello
è la storia di un uomo che vive
alla ricerca del sogno più bello
uomini che si rifugiano
dietro le lenti di occhiali scuri
e da dietro guardano il mondo
almeno un po’ più sicuri
Gli ubriachi affogano i pensieri
tra la onde di un bicchiere di vino
e te li perdi per giorni interi
anche se parlano lì vicino
e parlano di cuori infranti
e di una storia per loro mai finita
e bestemmiano di diavoli e santi
per poco tempo padroni della vita
Gli ubriachi si specchiano gli occhi
sul fondo piatto di una storia triste
e il loro cuore batte lento i rintocchi
di un’esistenza di cose mai viste
e poi piangono lacrime amare
tanto le lacrime non valgono niente
piccole lacrime che sanno di mare
piccole lacrime perse tra la gente
E non puoi immaginare
il freddo che fa sotto il loro vestito
non puoi immaginare
quanto fa male un cuore ferito
e tutto il sangue perso
per combattere una storia d’amore
te lo ritrovi
in un bicchiere di vino e di dolore
La voce degli ubriachi
l’hanno ascoltata anche in una chiesa
vibrava fra l’altare e Cristo
vibrava come una corda tesa