(di
Antioco Casula e
Marisa Sannia)
A ninna ninnananna cantiamo,
cantiamo al Fiore mio,
quando Olaccio e Issiria
diventeranno due città,
quando nelle calde estati
la neve scenderà dall’alto,
quando ogni erba nella campagna
in grano si tramuterà
e verranno a mieterlo
le fate con falci d’oro,
allora da questo cuore
l’amore se ne andrà
L’amore che ho avuto per te.
A ninnananna cantiamo
A ninnananna aninnia.
E raccontarti la mia sfortuna,
i giorni che ho passato con te
m’istillano ad una ad una
dolorose più di pugnalate.
Cerco di portare alle mie vene altra speranza
altra poesia, ma vano è il cercare.
Il pensiero si alza e cerca di volare
ma cade nell’antica disperazione
come una colomba dall’ala ferita.
Stordito è il mio pensiero
e ad ogni tempesta, ad ogni vento
di mala sorte l’anima è lacerata.
Tu autunno, alle porte dei monti
ritorni con venti e nuvole scure;
tornano le piogge tristi e fangose
a correre furiose sotto ai ponti.
I boschi ingialliscono tutti e la montagna
è nuda di animali e persone.
La nera terra il petto potente
apre per ricevere altra coltura.
E passano i piccoli buoi sardi
nella dura terra con aratro antico,
uomini seri seminano il grano
in vallate tristi e monti solitari.
E partono i pastori. La montagna
in inverno è nemica per i pastori:
nelle pianure se ne vanno con ardore
e speranza di trovare asilo in terra straniera.
Gli accompagnano cani e servi
e cavalli carichi. Guidano le greggi
ad alta voce negli stradoni
portando in spalla pesanti sacchi.
Col cuore salutano questo luogo
nativo e caro,salutano le buone
massaie belle che restano padrone
della casa filando vicino al fuoco.
Ma maggio tornerà, maggio grande
pieno si sole, di voli e di nidi;
saranno fioriti i nostri luoghi
come fanno loro ogni anno.
Torneranno all’altopiano i pastori
a costruire ovili belli e ombrosi.
Tutti i cuori devono essere sposi
in nuove speranze e amori.
Adesso son coricati
e addormentati, beati
i buoni figli nostri. Ma fuori
piove con furore
e tuona pure ogni tanto;
e io penso intanto
che tu in camposanto
sei e forse hai paura di questi suoni
di tuoni e di questa pioggia.
Le dolci chiacchierate
che facevamo insieme
certo le desideri
e la nostra cucina illuminata
tutta pace e calore.
Rattristata tutta è adesso
la cucina e la casa
che tu illuminavi amorosa.
Come una vecchia grotta
è buia adesso
la cucina amata.
Passo di sfuggita
ma non mi siedo più vicino al fuoco
come facevo abitualmente:
troppo triste è questo luogo
senza la tua compagnia.