Rette – Numero Privato Testo della canzone

Il Testo della canzone di:
Rette – Numero Privato


Sono rimasto incastrato
In questa città che non è più la mia
Come quella bici lasciata sul prato
Con le radici gettate un po a caso
Non sono abituato
A non cambiare più ogni due per tre
E a fare i conti il più tardi possibile
E scappare così

Sono rimasto impigliato
In una storia che non è la mia
Piena di immagini e vecchie canzoni
La storia di un altro e ne vedo i pensieri
Son rimasto incantato
Fino a tal punto da creder che
Quello che ho visto
Sppartenga a me
E mi son scordato di me

Non so più cosa mi prenda ormai
Sarà stato quell’attimo subito
Così lento eppure salta un battito
Eppoi sulla strada del ritorno
La notte è diventata già giorno e lo

Sai
Ogni volta mi ritrovo sempre qui
Punto e a capo
Ormai ci ho fatto l’abitudine
Col bisogno di una scusa per sorridere
Sai
Che ci ho perso tanto tempo e non so più
Tornare indietro nei momenti per distinguere
Quelle rette che hai tracciato ma che poi
Non si incontrarono mai

Tu sotto terra e non c’è campo
Io troppo in alto sopra queste nuvole
Ti parlo con la voce stanca
Del dare agli altri quello che mi manca
Che poi
Non scegliere è una scelta errata
Ma alla fine non è mai così
E allora scarto un’altra giornata
Fortuna che è ancora Mercoledì

Non è mai così semplice
E non è mai difficile
Trovare la luce che non vediamo
Trovare del tempo
Ma rallentiamo
Col silenzio che fa paura
Ed è per questo che
Son sempre io
A parlare, ma

Sai
Ogni volta mi ritrovo sempre qui
Punto e a capo
Ormai ci ho fatto l’abitudine
Col bisogno di una scusa per sorridere
Sai
Che ci ho perso tanto tempo e non so più
Tornare indietro nei momenti per distinguere
Quelle rette che hai tracciato ma che poi
Non si incontrarono mai

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