Scommesse sportive: intervista all’ufficio quote del più antico bookmaker d’Italia

Chi stabilisce le quote sulle quali milioni di scommettitori puntano senza sosta ogni giorno? Quali fattori determinano l’oscillazione di questi valori e da chi vengono decifrati? Tutte queste domande convergono in un solo luogo dove finiscono tutti i dati sulle giocate, le statistiche dal campo, finanche le condizioni meteo dagli stadi: stiamo parlando delle trading room dei grandi operatori del gioco, cuore di un business basato su cambiamenti improvvisi, decisioni rapide, gestione dei flussi di scommesse.

Il mondo delle trading room

La fisicità del luogo ricorda qualcosa che ha a che fare con i mercati finanziari. Rialzi, ribassi, nell’ufficio delle quote sono tanti i monitor a cui prestare attenzione, se ne occupa un gruppo di lavoro specializzato nella gestione del rischio, dell’accettazione delle scommesse e del trading, anche e soprattutto per le puntate live, ma anche analisi di mercato per la formulazione di promozioni e offerte sulle scommesse sportive giorno dopo giorno e in occasione di grandi eventi.

Insomma, l’atmosfera alla Wall Street c’è tutta, i flussi di denaro anche. Il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo compreso nel Decreto Dignità convertito in legge ad agosto non ha, per il momento, ridimensionato i numeri del settore che continuano a segnalare una crescita costante. Il gambling online non conosce stop e tra i vari settori spicca la raccolta complessiva delle scommesse sportive: nel 2017 toccava quasi i 10 miliardi di euro di fatturato, 8,6 dei quali tornati nelle tasche dei giocatori sotto forma di vincite. Nel primo semestre del 2018 i dati prevedono che anche quest’anno si chiuderà col segno più rispetto al passato.

Quindi chi meglio di questi “traders” ha la possibilità di rispondere a qualche domanda e curiosità sul mondo delle quote, ma soprattutto chi meglio dei professionisti della trading room di Snai, operatore di gioco sul mercato italiano dal 1990?

Abbiamo fatto qualche domanda al loro ufficio quote, proprio a cominciare dal rapporto con gli altri operatori.

Esiste una sorta di accordo tra bookmaker per uniformare le quote che quasi sempre sono simili o uguali?

Diciamo di sì, non si tratta di un accordo nella più classica delle accezioni ma una sorta di adeguamento naturale all’offerta della concorrenza, il tutto al fine di difendere il gioco corretto di cui il banco si fa garante da azioni puramente speculative.

Spieghiamoci meglio. Esiste un tipo di giocata definita “sure-bet” ovvero una puntata a coprire tutti i possibili risultati (1-x-2, Under e Over, Gol e NoGol…). Si chiama scommessa sicura perché si vince sempre, ma giocando con le quote di un solo allibratore non si guadagna mai. Discorso diverso se per la stessa quota si possono trovare moltiplicatori molto diversi, allora il giocatore deve solo cercare le quote che pagano di più, fare i suoi conti e portare a casa il guadagno sicuro. A lungo andare questo lederebbe il banco.

Quindi le quote sono tendenzialmente uguali da operatore a operatore.

Se ci riferiamo al solo panorama italiano potremmo dire di sì, con piccole oscillazioni. Le differenze di quotazione davvero sensibili intercorrono tra il nostro ed il mercato asiatico o inglese, che hanno una liquidità molto più ampia e si muovono in maniera diversa.

Ma non sono solo questi i motivi delle variazioni di quota, ci riferiamo ad esempio a quando grossi flussi di gioco si dirigono verso un singolo risultato.

In quel caso la quota viene abbassata. Le quote sono per definizione fluttuanti, cambiano in funzione del gioco ma anche delle informazioni sull’evento o di fattori esogeni (come le condizioni meteo). Ma restando sul fattore gioco, pensiamo a un ipotetico Juventus – Inter, quota Juve in apertura 1,6 con tutto il gioco che si sposta sul club bianconero; il team della trading room a quel punto abbassa la quota ad 1,55; se in prossimità del fine settimana gli utenti sono ancora schierati unicamente sulla Juve a 1,55, i trader abbassano a 1,5 e così via.

Questo perché il banco facendo così difende il suo interesse, nel caso dovesse pagare tutti quei pronostici giusti almeno non avrà offerto un moltiplicatore troppo alto. Addirittura in caso di flussi consistenti l’operatore decide se abbassare la singola quota oppure addirittura la percentuale di allibramento della scommessa (ovvero l’aggio teorico del banco, riducendo progressivamente tutte le quote coinvolte).

Sono in molti però a pensare che gli operatori del gambling non si limitino solo a queste manovre ma che addirittura blindino le scommesse più rischiose che ricevono rigiocandole a loro volta contro altri bookmaker?

Meglio chiarire: questa è una prassi per quanto riguarda il Regno Unito dove puoi anche trovare dei broker assicurativi pagati per questo tipo di servizio. In Italia si tratta di una pratica illegale.

Passiamo, invece, agli scommettitori. Oltre il canonico, e un po’ nostalgico, 1-x-2 qual è la tipologia di scommessa più giocata?

Piacciono molto le Combobet (combinazioni di scommesse sulla stessa partita), le puntate sui marcatori e quelle su cartellini e calci d’angolo. Mentre la grande offerta di un palinsesto come quello di Snai tende a registrare i flussi di gioco più svariati, sugli eventi live non ci sono dubbi: dominano le scommesse sui gol (prossimo gol, under/over ecc,) perché assicurano le emozioni più forti a chi sta seguendo la partita.

Una tipologia di scommessa che l’utente medio italiano non ha ancora preso in considerazione?

Senza dubbio lo scorecast, ovvero la combinazione tra risultato esatto e marcatori. Non è la più semplice delle puntate ma abbina alcuni elementi fondamentali per la vittoria: conoscenza delle squadre in campo, ottimo moltiplicatore, pochi risultati da indovinare. Praticamente perfetto per puntare sulla propria squadra del cuore.

Chiudiamo con una curiosità: come si differenzia la scelta dei giocatori esteri rispetto agli italiani?

L’italiano ama giocare martingale e con tanti avvenimenti, vale a dire che cerca ogni volta il colpo grosso per recuperare quanto speso fino a quel momento. Parliamo di multiple con una media di 6 avvenimenti, ben due in più rispetto, ad esempio, alla media degli inglesi che puntano più spesso e con moltiplicatore meno remunerativi, ma con un quoziente di difficoltà più basso è anche più facile che ogni tanto ci si tolga qualche soddisfazione.

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