La storia del Festivalbar: dalle origini al tramonto

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La storia del Festivalbar è  anche un po’ la storia della musica in Italia. Questo pittoresco festival è stato uno dei più celebri e longevi festival musicali italiani. Nato nel 1964 da un’idea del produttore televisivo Vittorio Salvetti, ha lasciato un’impronta indelebile sulla scena musicale del paese, contribuendo a lanciare nuovi talenti e a consolidare la carriera di artisti già affermati. La storia del Festivalbar è colma di nomi indimenticabili, elencarli sarebbe un esercizio interminabile, perciò ripercorreremo la sua storia nell’interezza della kermesse.

Le origini del Festivalbar

Col Festivalbar, Vittorio Salvetti aveva l’obiettivo di creare un evento musicale che potesse coinvolgere un vasto pubblico. Le preferenze del pubblico venivano rilevate attraverso i jukebox, che ai tempi erano i principali apparecchi utilizzati per l’ascolto pubblico della musica. La storia dei jukebox è affascinante e nostalgica: i jukebox erano disseminati nei bar di tutta la penisola (proprio da qui Festivalbar). In ogni apparecchio veniva applicato un “contatore” per rilevare quante volte ogni brano veniva selezionato e riprodotto dagli utenti del bar.  É qui che nasce il neologismo “gettonare“, dal momento che nei jukebox, dopo aver scelto il brano da ascoltare, occorreva inserire un gettone per avviare la riproduzione. Alla fine dell’estate la somma di tutte le “gettonature” decretava il vincitore.

La prima edizione si è svolta nel 1964 a Torino, e inizialmente si presentava come una serie di concerti itineranti in diverse città italiane. L’evento fu trasmesso in televisione e ben presto guadagnò popolarità in tutto il paese.la-storia-del-festivaslabr

L’evoluzione del Festivalbar

Negli anni successivi, il Festivalbar è cresciuto sia in termini di partecipazione artistica che di pubblico. Dal 1967 la serata finale è iniziata a diventare un evento nazionale trasmesso dalla RAI. Da una serie di concerti itineranti, si è trasformato in un vero e proprio concorso musicale, nel quale gli artisti si sfidavano per ottenere il premio finale. Il format prevedeva che le canzoni partecipanti venissero votate da una giuria composta da giornalisti e critici musicali, così come dal pubblico attraverso il televoto. Questo sistema di votazione lo rese un evento particolarmente coinvolgente e interattivo.

L’apice del successo

Negli anni ’70 e ’80, il Festivalbar raggiunse l’apice del successo. L’evento divenne una tappa fondamentale per gli artisti italiani e internazionali desiderosi di promuovere le proprie canzoni. Numerose star della musica si esibirono sul palco del Festivalbar; dal 1983 possiamo anzi dire sui palchi del Festivalbar. Difatti in quell’anno passa sulle reti Fininvest e cambia il suo format, piegandosi alle logiche degli ascolti televisivi e tornando a essere un vero e proprio festival itinerante, ripreso settimanalmente da una diversa piazza d’Italia. Oltre alle esibizioni dal vivo, l’evento offriva anche momenti di intrattenimento televisivo, interviste agli artisti e spettacoli coreografici.

L’impatto culturale

Il Festivalbar ha avuto un impatto significativo sulla cultura italiana. Ha contribuito a diffondere la musica pop e rock nel paese, offrendo una piattaforma per la scoperta di nuovi talenti e generando un forte senso di appartenenza per il pubblico. Ha portato nelle case degli italiani le nuove tendenze musicali, contribuendo ad avvicinare un po’ le generazioni. Per il pubblico di quegli anni il Festivalbar rappresentava un’occasione per riunire persone di tutte le età e celebrare la musica, creando un legame tra le diverse generazioni.

In questo modo ha anche modellato il gusto musicale degli italiani e il modo di fruire la musica. Ma la storia del Festivalbar ci racconta che non è stato solo un trampolino di lancio per i cantanti, il suo ruolo è stato fondamentale anche per molti presentatori, che dai palchi del Festivalbar sono diventati anche loro riferimenti televisivi e culturali significativi. Alcuni di loro sono passati dai palchi del Festivalbar all’Ariston di Sanremo. Chi l’ha seguita nei suoi anni d’oro, oggi non potrà che guardare con nostalgia alla kermesse e ai suoi simboli: uno su tutti è l’indimenticabile compilation in doppio cd, rosse e blu.la-storia-del-festivalbar

Le trasformazioni e il declino

Negli anni ’90 e 2000, il Festivalbar ha subito altre trasformazioni. L’evento si è modellato di nuovo sui cambiamenti televisivi, musicali e sulle nuove tendenze, introducendo anche categorie inedite come il rap e la musica dance. Alcune esibizioni – rigorosamente in playback – iniziano a essere mandate in differita e il gran finale mandato in onda un paio di mesi dopo; anch’esso registrato in una sola serata ma mandato in onda in due puntate.

Nonostante gli sforzi per rinnovarsi, il Festivalbar iniziò a perdere progressivamente popolarità. Dal 2002 cominciano a intravedersi i primi segnali di crisi: il numero degli artisti internazionali partecipanti inizia a calare costantemente e dopo alcune storiche prese di posizione dimostrative dei cantanti – come quella di Gianluca Grignani nel 1995 – viene accantonato il playback e quasi tuti iniziano a esibirsi dal vivo.

L’avvento di nuovi format televisivi (nel 2008 va in ondo la prima edizione di X factor) e i mutamenti del panorama musicale hanno portato il favore del pubblico a scemare, fino al grande flop del 2006. L’anno successivo si sono tentati molti e rocamboleschi rinnovamenti digitali e non, ottenendo un altro flop. L’edizione successiva non si è tenuta.

Una canzone per decennio

Il Festivalbar rimarrà per sempre un simbolo della musica italiana e dei suoi momenti più memorabili. Ha rappresentato un’epoca d’oro per la musica popolare nel nostro paese, lanciando artisti e creando un connubio indissolubile tra la musica e il pubblico. Sebbene siano già passati molti anni dalla sua fine, il suo ricordo vivrà nei cuori di coloro che hanno seguito le sue edizioni e negli artisti che hanno trovato in esso un trampolino di lancio per le loro carriere.

Per congedarci ci riascoltiamo una canzone per decennio, provando a scegliere le più significative per la storia del Festivalbar.

Anni ’60

Il primo singolo ad aver vinto il Festivalbar è Credi a me di Bobby Solo.

Anni ’70

Dopo essersi portato a casa l’ultima edizione degli anni ’60, Lucio Battisti conquista anche la prima dei ’70 con Fiori rosa, fiori di pesco.

Anni ’80

L’edizione 1983, la prima non condotta jda Vittorio Salvetti dopo il passaggio a Fininvest, se la aggiudica Bollicine di Vasco Rossi. Per il rocker di Zocca la prima di tre edizioni vinte: nessuno ne ha vinte di più.

 

Anni ’90

Con Un raggio di sole, Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti vince l’ultima edizione del millennio (1999), in una delle tre edizioni condotta dalla coppia Fiorello-Alessia Marcuzzi.

 

Anni ’00

Gli ultimi vincitori del Festivalbar sono la band di Giuliano Sangiorgi. I Negramaro, con Parlami d’amore, vincono l’ultimo Festivalbar, condotto da Enrico Silvestrin, Giulio Golia e Elisabetta Canalis.

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