Un viaggio intimo nell’anima umana: cinquant’anni fa usciva “For Everyman” di Jackson Browne

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“For Everyman” di Jackson Browne

L’album “For Everyman” di Jackson Browne, pubblicato nel 1973, rappresenta un capolavoro intramontabile nel panorama della musica folk-rock. Quest’opera, che è stata la seconda produzione in studio dell’artista, si è distinta per la sua profonda introspezione, le liriche poetiche e l’abilità di Browne di esplorare le emozioni umane in modo autentico e appassionato.

Rispetto al suo predecessore (Jackson Browne), l’album “For Everyman” di Jackson Browne si presenta come un lavoro sicuramente più maturo, tanto che la prestigiosa rivista Rolling Stone lo ha inserito tra  i 500 migliori album di tutti i tempi. La straordinaria qualità di questo lavoro è anche attribuibile al notevole cast di artisti che hanno contribuito alla sua creazione, tra cui spiccano nomi di spicco come Joni Mitchell, alcuni membri degli Eagles e Elton John, che in quello stesso anno faceva uscire l’album “Goodbye Yellow Brick Road”.

Sono passati cinquant’anni dalla sua uscita, ma le tracce intime e poetiche di “For Everyman” continuano a ispirare e a toccare le vite degli ascoltatori, offrendo un riflesso autentico dell’esperienza umana.

Contesto Storico e Artistico

L’album “For Everyman” vide la luce in un periodo di profondi cambiamenti sociali e politici negli Stati Uniti. Il 1973 segnò l’inizio del post-Vietnam, mentre l’America cercava di elaborare gli effetti di un conflitto devastante e le tensioni sociali che ne scaturirono. Inoltre, il contesto culturale e politico di quel periodo influenzò profondamente la musica dell’epoca, alimentando un’ondata di protesta e consapevolezza sociale.

Nello stesso anno è uscito Berlin di Lou Reed, Innervisions di Stevie Wonder, l’album “New York Dolls” del gruppo omonimo, come detto Goodbye Yellow Brick Road di Elton John, l’emergere dell’Alternative-rock. Il panorama musicale iniziava ad aprirsi in un ventaglio molto vasto di proposte musicali diverse.

In Italia la situazione era molto diversa con una netta divisione fra la musica spettacolarizzata, che si rafforzava con la nascita del Festivalbar; e la musica autoriale, che in quell’anno vedeva l’uscita di Storia di un impiegato di Fabrizio De André.

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Nel mezzo di questo scenario tumultuoso, Jackson Browne emerse come una voce autentica e riflessiva. Il suo stile musicale unico, che fonde il folk e il rock con l’introspezione poetica, lo contraddistingueva come un artista di spicco in grado di catturare le emozioni complesse e le sfide dell’epoca.

Le tracce di “For Everyman” di Jackson Browne

  1. Take It Easy
    • La canzone d’apertura, scritta in collaborazione con Glenn Frey, fu una delle prime affermazioni del talento di Browne come cantautore. I versi evocano un senso di libertà e di accettazione delle sfide della vita, fornendo un inizio incantevole e coinvolgente all’album.
  2. Our Lady of the Well
    • Questa traccia offre un esempio esemplare dell’abilità di Browne di scrivere testi profondi e poetici. La canzone sembra evocare una sorta di spiritualità, esplorando i confini tra fede e dubbio.
  3. Colors of the Sun
    • Qui Browne esplora l’importanza di vivere nel momento presente e di abbracciare la bellezza della vita. La melodia delicata e le liriche sensibili si combinano per creare una traccia che ispira una profonda riflessione.
  4. I Thought I Was a Child
    • In questa canzone, Browne riflette sul passaggio dall’innocenza all’età adulta. La sua voce sincera e la melodia struggente catturano il cuore dell’ascoltatore, portando alla superficie emozioni universali.
  5. These Days
    • Questa è una delle tracce più iconiche dell’album (che molti attribuiscono erroneamente a Nico), con una melodia malinconica e liriche toccanti. Browne canta con una sincerità disarmante, esplorando la complessità delle relazioni e il senso di solitudine.
  6. Red Neck Friend
    • Con una svolta più rock, questa canzone introduce un ritmo più vigoroso. Browne offre uno sguardo ironico sulla cultura popolare dell’epoca, mostrando una vena di critica sociale nella sua musica.
  7. The Times You’ve Come
    • Questa traccia presenta un’atmosfera malinconica e intima, con Browne che riflette sul passare del tempo e sulle persone che entrano e escono dalla nostra vita. La sensibilità della sua interpretazione aggiunge una dimensione emozionale straordinaria.
  8. Ready or Not
    • Qui Browne esplora il tema del cambiamento e dell’incertezza. La canzone trasmette un senso di determinazione e accettazione delle sfide che la vita può presentare.
  9. Sing My Songs to Me / For Everyman
    • Queste due tracce finali formano un epilogo poetico e potente per l’album. “Sing My Songs to Me” riflette sull’importanza di condividere la propria arte e la propria anima con il mondo, mentre “For Everyman” offre una visione universale della ricerca di significato e di scopo nell’esistenza umana.

Il commento di Glenn Frey

Nel documentario sugli esordi degli Eagles, Glenn Frey offre il più lusinghiero elogio alle capacità compositive del giovane Jackson Browne, all’epoca al suo secondo album. Raccontando il periodo in cui lui e Don Henley cercavano ispirazione e approccio per comporre brani originali, Frey ringrazia il destino che li fece condividere un piccolo appartamento nella periferia di Los Angeles, proprio sopra quello di Jackson.

Glenn Frey disse: “Ogni mattina sentivamo il suono del suo pianoforte attraverso il pavimento. Suonava una strofa e la ripeteva, anche venti volte di fila finché non otteneva ciò che voleva. Poi la strofa successiva, altre venti volte, e così per ore e ore. Dopo non so quanti giorni capimmo: è così che si scrive una canzone. Jackson ha cambiato la nostra vita”.

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